Nel cane le vaccinazioni non sono obbligatorie a meno che non si esca dal paese o non si partecipi a monte o esposizioni, in quel caso il vaccino per la rabbia, una malattia mortale che può colpire anche l’uomo e diverse specie, diventa obbligatorio.
Attenzione, informati per tempo prima della partenza presso il tuo veterinario di fiducia!
Invece per quanto riguarda le vaccinazioni di base esse non sono obbligatorie ma caldamente consigliate su tutto il territorio italiano.
Si tratta di:
cimurro
epatite infettiva
parvovirosi
leptospirosi
Si tratta di patologie purtroppo ancora frequenti nei non vaccinati che possono anche portare al decesso del cane.
Se un cane è particolarmente esposto ad ambienti in cui transitano tanti cani (pensioni, canili, corsi di addestramenti, allevamenti) allora può essere indicato aggiungere il vaccino contro la tracheobronchite infettiva.
Portare a casa un animale sembra la cosa più semplice del mondo: incrociano per caso la nostra strada in un momento particolare della nostra vita, li troviamo in un cassonetto, tramite annuncio, oppure scegliamo accuratamente un cucciolo di razza nella speranza che porti un po’ di allegria alla nonna o che sia un ottimo amico per i bambini. Una volta in casa però, è fatta? Siamo a posto così? Di cosa hanno veramente bisogno?
In realtà è semplice occuparsi di un cane, hanno soprattutto bisogno di uno spazio confortevole al riparo dalle intemperie, cibo e acqua a sufficienza, salute e non ultima una discreta dose di coccole.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che rappresentano una responsabilità dal loro ingresso in casa fino al giorno in cui se ne andranno: l’alimentazione, la prevenzione delle malattie e le cure mediche sono dei costi che possono anche diventare particolarmente ingenti ed è bene tenerlo a mente prima di fare questo grande passo.
Si tratta di un periodo di intense scoperte, un po’ come nei bambini: sia che si tratti di un cucciolo con la sua mamma, sia che si tratti di un trovatello allattato dai primi giorni di vita da un essere umano, questo processo richiede una certa gradualità.
Quando posso svezzare i cuccioli?
Lo svezzamento va introdotto gradualmente a partire dalla quarta settimana di vita; idealmente, si conclude almeno verso le 8 settimane, in modo che i cuccioli possano imparare tutto quello che serve dalla loro mamma.
Si propone un alimento di buona qualità, idealmente umido per iniziare, e si può addizionare ulteriormente con acqua tiepida, in modo che i cuccioli siano incoraggiati a mangiare; devono sempre e comunque avere dell’acqua fresca a disposizione.
La gradualità protegge i cuccioli da eventuali squilibri gastroenterici, e la madre da dolorosi ingorghi mammari (o addirittura mastiti) che possono insorgere se si dovesse procedere in maniera brusca.
E se mi sto occupando di un trovatello?
In questo caso, si procede con latte in polvere specifico (si reperisce facilmente nei negozi per animali o in farmacia) e lo svezzamento inizia alla stessa età, circa 4 settimane.
Perché tutta questa cautela?
Che si tratti di un cane di razza o meno, il tempo passato con la madre e coi fratelli è fondamentale per uno sviluppo equilibrato del carattere: è sempre meglio intervenire “in punta di piedi”, per non disturbare dei processi fondamentali, meravigliosamente naturali ed efficaci.
Troppo spesso, purtroppo, arrivano dei gatti in pronto soccorso con una sintomatologia neurologica anche grave: ipereccitabilità, tremori, convulsioni. La causa? Una somministrazione errata di prodotti antiparassitari per cani nel gatto.
A che cosa è dovuta?
Ci sono delle sostanze neurotossiche, appartenenti a una classe di pesticidi, che il gatto non è in grado di tollerare bene come il cane: si tratta di piretrine e piretroidi. In particolare, alcune pipette di antiparassitari esterni a base di permetrina sono responsabili di questa intossicazione.
Le situazioni sono due: il proprietario non correttamente informato somministra il farmaco sbagliato al gatto, oppure il gatto vive con dei cani e viene in contatto con questo tossico in maniera indiretta (leccando il mantello del suo amico, ad esempio).
I sintomi
Ipersalivazione, vomito, diarrea, midriasi (dilatazione delle pupille), incapacità a mantenere la stazione quadrupedale, ipereccitabilità, tremori e convulsioni tonico-cloniche. Questa sintomatologia è tanto più grave tanto maggiore è la quantità di prodotto a cui è stato esposto il gatto. Può essere mortale!
Pronto intervento
Fondamentale agire in tempi brevi per limitare l’assorbimento di questo tossico: il veterinario provvederà a lavare la cute e a somministrare un farmaco in grado di limitare l’assorbimento. Solo in alcuni casi si rende necessario l’uso di farmaci antiepilettici.
In questo modo la maggior parte dei pazienti si riprende in tempi abbastanza rapidi con un ricovero in clinica di due o tre giorni, senza riportare ripercussioni sul lungo termine. La parola d’ordine è tempestività!
Il messaggio da portare a casa
Non somministriamo mai, per nessun motivo, dei farmaci a un animale senza aver consultato un veterinario, che è competente in materia e conosce le diverse sensibilità di specie. Infine, se abbiamo dei compagni canini e felini in casa, cerchiamo di tenerli lontani subito dopo la somministrazione delle pipette, per circa 24 ore: i rischi di intossicazione saranno molto più bassi anche se il gatto farà un’accurata pulizia del suo amico cane.
Vi è una credenza diffusa riguardo alla tosse come sintomo preciso di problema cardiaco: al riguardo bisogna fare una precisazione, perché non è esatto.
Il cuore malato, dilatandosi, occupando più spazio (lo si vede tramite diverse metodiche diagnostiche come la radiografia del torace o l’ecocardiografia) può andare a spingersi fino a comprimere trachea e bronchi. Se trachea e bronchi sono soggetti a condromalacia (ovvero una degenerazione della cartilagine nel tempo) allora e solo allora l’animale manifesterà questo sintomo!
Quindi è ancora corretto parlare di tosse cardiaca come sintomo principale? Assolutamente no!
Può essere un sintomo che compare insieme ad altri molto più importanti (a proposito trovate tutte le informazioni necessarie QUI). Questo fenomeno a carico della cartilagine, ad ogni modo, tendenzialmente colpisce le cosiddette razze condro-distrofiche, si tratta per lo più di cani di piccola taglia. Ecco che come sintomo diventa ancora più marginale!
Prestate attenzione al vostro animale sotto sforzo, al suo affaticamento, piuttosto.
Se Toby non riesce più a rincorrere la pallina come una volta e si sdraia quasi subito con 2 metri di lingua di fuori, è probabile che una visita possa essergli d’aiuto per escludere o identificare una patologia cardiaca!
Può capitare che il veterinario auscultando il vostro amico a quattro zampe durante un controllo pre-vaccinale vi dica di sentire un soffio cardiaco di una certa intensità.
In questo caso di solito vi consiglierà di farlo visitare da un cardiologo, che è un medico specializzato ed è in grado di fornirvi la diagnosi del vostro animale e a formulare una prognosi. A volte sono i sintomi (affaticamento, intolleranza all’esercizio, ascite – addome gonfio di liquidi, difficoltà respiratorie acute da edema polmonare) a indirizzarvi verso lo specialista. Talvolta, infine, è presente una predisposizione di razza ed è l’allevatore stesso che vi consiglierà di tenere sotto controllo il cuore del vostro animale.
Quindi, alla domanda: quando è indicato portare il mio animale dal cardiologo per la prima volta? La risposta che do è: dipende! Dai sintomi, dalla predisposizione, da quello che può rilevare il vostro veterinario durante normali visite di routine.
Tante sono le malattie cardiache che, se prese per tempo, sono abbastanza benevole e consentono all’animale di vivere ancora molti anni!
Il cardiologo si avvale della sua esperienza, dei suoi anni di studio e di alcuni esami collaterali come ad esempio l’ecocardiografia, l’elettrocardiogramma, il monitoraggio Holter.
L’impostazione della terapia prevede una stretta collaborazione paziente-padrone-veterinario, e richiede tanti aggiustamenti e monitoraggi periodici.
“Salve Sig.ra Bianchi, le invio la REV via WHATSAPP sullo smartphone, così può tranquillamente comprare il farmaco per FUFI in farmacia ….. può andare direttamente in farmacia senza passare dalla clinica …..”
ed ecco generata prontamente (in file .pdf) da una apposta APP MINISTERIALE
una REV (Ricetta Elettronica Veterinaria)
che viene redatta dal veterinario dopo visita medica o per proseguimento di una terapia.
Ecco a VOI la PRESCRIZIONE MEDICO VETERINARIA nel 2020
In questo periodo particolarmente “impegnativo” per tutti,
poter inviare RAPIDAMENTE ai proprietari di animali da compagnia le Ricette Elettroniche Veterinarie tramite EMAIL e WHATSAPP,
è stato FONDAMENTALE per ridurre i contatti tra le persone ed evitare ASSEMBRAMENTI presso le cliniche veterinarie.
….. ANCORA una volta il mondo della VETERINARIA si è dimostrato al passo con i TEMPI
guarda il video informativo sulla REV
COMODA, RAPIDA e “COVID friendly”
è lei,
la REV (Ricetta Elettronica Veterinaria)
Se volete saperne di più, leggete le righe sotto (tanto per essere aggiornati)
…. UN POCHINO DI STORIA ..
nel 2019 in Italia viene introdotta e resa obbligatoria la REV come sistema INNOVATIVO di prescrizione del farmaco veterinario.
dopo una fase iniziale di PAURA e STRESS, la categoria veterinaria si ADATTA e mette a disposizione dei proprietari degli animali da compagnia la REV.
Da quel momento BASTA a viaggi inutili dal veterinario e CODE per ritirare una ricetta cartacea, il tutto viene inviato con un comodo CLIK dallo smartphone del VETERINARIO, sullo SMARTPHONE del cliente.
ecco come compare sullo smartphone del Medico Veterinario
ed ecco come compare sullo smartphone del proprietario di animali (esempio su whatsapp)
(OPPURE è possibile RICEVERLA VIA MAIL)
e con i codici GENERATI è possibile tranquillamente reperire il farmaco presso una farmacia
(NB per PRIVACY il numero ricetta e PIN sono stati “cancellati”)
In questa stagione è molto frequente purtroppo il colpo di calore: colpisce sia cani che gatti, anche se di solito è più comune riscontrarlo nel cane che, in quanto “migliore amico” dell’uomo, tende a seguirlo ovunque e quindi a partecipare a gite che possono metterlo in condizioni di pericolo: passeggiate lunghe sotto il sole, viaggi in macchina senza aria condizionata, stazionamento in auto al sole il tempo di fare quattro passi, giri in bicicletta al guinzaglio senza la possibilità di fare una pausa e un’abbeverata e molto altro ancora.
Il colpo di calore è un’emergenza medica che se non viene trattata tempestivamente può portare rapidamente a morte il nostro amico a quattro zampe: conoscerne l’esistenza significa fare la differenza nel momento del bisogno!
Come riconoscere il colpo di calore
il cane è stato esposto a temperature elevate, non ha avuto acqua a disposizione, ombra e refrigerio a sufficienza per compensare l’aumento della temperatura corporea, o è un cane particolarmente sensibile a questa problematica (predisposizione di razza)
respira con affanno, bocca aperta e lingua a penzoloni
le mucose (occhio, gengiva) sono rosso scuro, color mattone, congeste
non riesce ad alzarsi, è molto debole, può perdere conoscenza
Predisposizioni individuali
Anche se può colpire tutte le taglie e tutte le razze, ci sono dei fattori che entrano in gioco oltre alla temperatura esterna: alcuni animali presentano delle predisposizioni individuali che li rendono più vulnerabili degli altri al colpo di calore ed è bene che ogni proprietario conosca le particolarità del suo amico peloso. Si parla in particolare di:
pazienti cardiopatici o con problemi respiratori, molto sensibili al calore
pazienti obesi e intolleranti all’esercizio fisico
pazienti con una situazione di dispnea parafisiologica come i cani brachicefali (razza bulldog, carlino)
Abbiamo a nostra disposizione una serie di accortezze che ci permettono di prevenire questa problematica: armatevi di buonsenso, acqua a volontà, ombra e tappetini refrigeranti… che l’estate abbia inizio per noi come per i nostri amici animali!
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