I vaccini sono una delle più potenti armi a nostra disposizione per proteggere gli animali dalle malattie infettive. Sono facili da somministrare, poco costosi e permettono di tenere sotto controllo alcuni rischi concreti, in quanto spesso le malattie infettive, soprattutto nei soggetti giovani o debilitati, possono portare a morte. Non bisogna però pensare che proteggano al 100%: si tratta di un ottimo, ma non infallibile, scudo. Ma vale la pena affrontare i patogeni senza averlo? La nostra risposta è no.
Riguardo ai vaccini si sono formulate sempre più domande: servono davvero? funzionano? e se il mio gatto vive in casa e non incontra altri gatti? e se il mio animale è sotto terapia immunosoppressiva? e se ha avuto una brutta reazione l’ultima volta? ma è fondamentale vaccinare per la leptospirosi nel cane o per la leucemia felina (FeLV) nel gatto? A queste ed altre domande cercheremo di dare risposta al fine di diradare i vostri dubbi più comuni.
Innanzitutto, perché vaccinarli?
La probabilità che il nostro amico a quattro zampe incontri una delle malattie infettive per cui al giorno d’oggi si consiglia di vaccinare è variabile: il punto è che, a fronte di un’incognita di percorso (incrocieremo davvero questo patogeno?), la sicurezza data dalla vaccinazione è qualcosa da non sottovalutare.
In base a cosa si prende questa decisione?
Idealmente si parla con il veterinario, che conosce l’andamento delle varie malattie infettive sul territorio in cui lavora. Saprà consigliarvi quali vaccinazioni fare in funzione dello stile di vita del vostro animale (vive in casa, frequenta altri animali) e delle sue condizioni di salute.
Quali sono le malattie per cui si vaccina?
Nel cane sono:
Nel gatto sono:
Come funziona la vaccinazione?
Si inocula sottocute (ma esistono anche vaccini somministrati in altro modo) il principio attivo (una piccola porzione del patogeno, oppure il patogeno reso innocuo) e un adiuvante (che favorisce l’incontro e la buona reazione del sistema immunitario). A questo punto, è necessario un richiamo entro una ventina di giorni in modo da creare il cosiddetto effetto booster: il sistema immunitario ha memoria e ora conosce nome e cognome del patogeno e come combatterlo.
Ogni quanto bisogna vaccinare?
Dipende. Alcuni vaccini hanno cadenza annuale, altri si fanno ogni 3 anni circa; è anche possibile effettuare un test del titolo anticorpale, ovvero una misura della memoria immunitaria per un singolo patogeno: a volte è utile per non vaccinare ripetutamente un animale che per vari motivi di salute è meglio tenere “a riposo”.
Quando bisogna partire?
L’immunità materna protegge i cuccioli fino a circa 8-12 settimane, talvolta anche di più. Non c’è una data calcolabile matematicamente: per questo motivo i cuccioli andrebbero vaccinati dalle 8 settimane di vita con almeno un richiamo, idealmente due a distanza ciascuno di una ventina di giorni, per poi arrivare al booster dell’anno. In questo modo siamo certi che se il primo richiamo è stato “bypassato” dall’immunità materna (in grado di proteggere dal patogeno ma anche dal finto patogeno del vaccino) il secondo farà il suo lavoro protettivo.
Il mio animale è anziano: devo proprio vaccinarlo?
Dipende. Uno stile di vita casalingo, con pochi rischi, a fronte di una vita passata di regolari vaccinazioni, può non essere un problema: in questo caso può essere indicato fare il titolo anticorpale e valutare se sottoporre l’animale anziano a ulteriori vaccinazioni oppure no.
Se tuttavia l’animale esce ed è contatto con altri allora la vaccinazione regolare rimane raccomandata.
Per ulteriori informazioni, trovate qui sotto dei piccoli approfondimenti sull’argomento:
Cane: quali vaccinazioni e quando?
Gatto: quali vaccinazioni e quando?
Le 5 cose da sapere sui vaccini
Nel cane le vaccinazioni non sono obbligatorie a meno che non si esca dal paese o non si partecipi a monte o esposizioni, in quel caso il vaccino per la rabbia, una malattia mortale che può colpire anche l’uomo e diverse specie, diventa obbligatorio.
Attenzione, informati per tempo prima della partenza presso il tuo veterinario di fiducia!
Invece per quanto riguarda le vaccinazioni di base esse non sono obbligatorie ma caldamente consigliate su tutto il territorio italiano.
Si tratta di:
Si tratta di patologie purtroppo ancora frequenti nei non vaccinati che possono anche portare al decesso del cane.
Se un cane è particolarmente esposto ad ambienti in cui transitano tanti cani (pensioni, canili, corsi di addestramenti, allevamenti) allora può essere indicato aggiungere il vaccino contro la tracheobronchite infettiva.
Nel gatto, come nel cane, le vaccinazioni non sono obbligatorie ma caldamente consigliate. Per quanto riguarda gli spostamenti dentro e fuori dal paese invece la vaccinazione contro la rabbia è obbligatoria.
Le vaccinazioni consigliate sono le seguenti:
Un grosso scoglio per quanto riguarda i gatti che hanno la possibilità di entrare e uscire liberamente di casa è l’alta possibilità di incontrare due importanti virus che sono il virus dell’immunodeficienza felina (FIV) e il virus della leucemia felina (FeLV).
Per quanto riguarda la FIV ad oggi purtroppo non esiste vaccinazione efficace, tuttavia se si decide di accogliere il gatto esclusivamente in casa e di proteggerlo dalle più banali infezioni è probabile che possa avere una vita lunga e in salute.
Non si può dire la stessa cosa del gatto che si ammala di FeLV: la leucemia felina è causata da un virus che causa rapido e grave deperimento dell’animale fino alla morte dovuto a forme tumorali o leucemiche che induce. Abbiamo però a disposizione per quanto riguarda la FeLV un vaccino a cadenza annuale e se il gatto esce di casa è assolutamente consigliato.
Sulla linea di pensiero del “prevenire è meglio che curare”, vi invito ad affacciarvi al mondo della medicina preventiva. Si tratta di essere proattivi, e non passivi, nei confronti della salute. Salva tutti i pazienti? Assolutamente no. E allora che senso ha? A me, medico veterinario, basta che ne salvi qualcuno.
Lo sappiamo bene: non abbiamo la capacità divina di impedire la diffusione e l’evoluzione degli stati morbosi, eppure qualche strumento ce l’abbiamo. E ve lo proponiamo, nero su bianco: far controllare periodicamente il vostro amico a quattro zampe permette di mettere in evidenza eventuali sintomi che magari a voi sfuggono: che si tratti di un esame del sangue o di un dettaglio messo in luce durante la raccolta dell’anamnesi (“ultimamente beve come un matto, ho pensato che magari ha solamente tanta sete?”), potrebbe essere un’informazione chiave che se raccolta dal medico veterinario allunga l’aspettativa di vita dell’animale.
Ci sono una serie di controlli periodici che si rivelano utili in questo senso: il primo di tutti è una visita clinica normale, eventualmente corredata di esami ematobiochimici di base.
Ci sono poi fattori come età, predisposizione di razza, presenza di sintomi clinici compatibili con un cane dall’aspetto sano, che concorrono a identificare il paziente che necessita di uno studio più approfondito.
Quando diventa importante richiedere, ad esempio, una visita cardiologica?
Trovate qualche informazione in più a questi link:
Ti è mai capitato di avere una bovina con segni di mastite clinica, prelevarne il latte, sottoporlo all’esame batteriologico e avere un risultato negativo?
I vaccini non vanno intesi come una protezione perfettamente efficace: non impediscono l’infezione ma proteggono dalla malattia e dalle forme più gravi. L’animale che incontra il patogeno se è stato vaccinato avrà una risposta immunitaria più rapida ed efficace. Sono piuttosto uno scudo, che sarebbe meglio avere…!
Se non viene rispettato lo schema iniziale di richiamo, le vaccinazioni successive non sono efficaci; in questo caso è opportuno ricominciare dall’inizio. Tardare invece il richiamo annuale di qualche non è un problema.
Purtroppo capitano le reazioni avverse: si tratta generalmente di reazioni simil-anafilattiche. Restare presso il vostro veterinario dopo la vaccinazione per una mezz’oretta scongiura la maggior parte di questi episodi (il medico veterinario ha a disposizione farmaci d’urgenza che permettono di intervenire in queste situazioni).
Animali anziani, troppo giovani o debilitati o che seguono una terapia immunosoppressiva non possono essere vaccinati: idealmente vivono in casa e non hanno contatti con l’esterno (se non con animali vaccinati).
Prima di effettuare il richiamo in un cane o gatto adulto si può richiedere il titolo anticorpale per determinati patogeni: a volte non è necessario vaccinarli nuovamente. Tuttavia è necessario avere il titolo, non è una supposizione che si può fare clinicamente e se non è possibile richiederlo allora è sempre meglio ricorrere alla vaccinazione piuttosto che lasciare l’animale scoperto.
Non c’è un’età media per problemi cardiaci in generale, si tratta di patologie diverse tra loro che possono colpire animali giovani (congenite) oppure animali adulti-anziani (acquisite).
Per questo motivo è utile conoscere i seguenti sintomi per poterli riconoscere:
Molte situazioni croniche possono essere tenute sotto controllo a lungo nel tempo, con l’aiuto di monitoraggi e di terapie farmacologiche che vanno aggiustate in modo preciso come un abito su misura per il singolo paziente.
E la tosse cardiaca? Ne parliamo QUI.
L’estate sta arrivando e tanti stanno organizzando le vacanze al mare, in montagna o all’estero. Anche i vostri animali possono partire con voi. Nel caso in cui dovete viaggiare in nave, treno o aereo informatevi con la compagnia di viaggio sui trattamenti necessari.
Si tratta di un piccolo dispositivo elettronico e viene inserito sul lato sinistro del collo a livello del sottocute ed esclusivamente dal medico veterinario. Dopodiché con l’aiuto di un lettore il cane verrà riconosciuto grazie a un codice univoco emesso dal microchip.
Non è sufficiente il microchip a identificare l’animale, il medico veterinario deve fare anche l’iscrizione all’anagrafe canina inserendo i dati del cane e del proprietario.
Il microchip permette di ritrovare un animale perso o rubato, e ci fornisce una stima della popolazione canina sul territorio. Al momento è fondamentale anche per la cessione dei farmaci tramite ricetta elettronica.
Il proprietario (o l’allevatore che ne fa le veci prima di venderlo) deve provvedere entro trenta giorni dalla nascita o entro quindici giorni dal momento in cui ne entra in possesso e comunque prima della sua cessione.
Bisogna inoltre comunicare eventuali cambi di residenza, passaggi di proprietà così come la morte dell’animale all’ASL di competenza territoriale.
Si inserisce con un ago apposito, non è più doloroso di altre punture: alcuni cuccioli piangono sul momento e altri non se ne accorgono nemmeno. Esprimete il vostro timore al veterinario che vi spiegherà passo passo cosa succederà.
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=209&area=cani&menu=anagrafe&tab=2
Ecco un breve video dimostrativo:
Direttore Sanitario Dr. Giacomo Riva iscritto all’Ordine dei Veterinari di Parma al n° 487 Copyright Centro Veterinario San Martino 2018. Tutti i diritti riservati. P.IVA: 02782610345
Copyright Centro Veterinario San Martino 2018. Tutti i diritti riservati. P.IVA: 02782610345
DA SEMPRE, CON VOI
+39 331 9145483 CLINICA
+39 349 6052345 BUIATRIAAUTORIZZAZIONE SANITARIA 898/2012