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pubblicate le DDD del primo semestre 2024

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08/Ago/2024


ATTENZIONE !!!

siamo appena oltre la metà del 2024 e su Vetinfo, nella sezione di Classyfarm è possibile consultare le DDD elaborate per il primo semestre 2024,

QUESTO dato è fondamentale per avere una PROIEZIONE della strada che sta percorrendo ogni allevamento in tema di consumo di farmaci antibiotici.

Gli allevatori insieme ai loro Veterinari Aziendali hanno il compito, (il diritto ed il dovere) di seguire l’andamento del proprio allevamento.

Quale migliore strumento di Classyfarm si può impiegare?

Ricordatevi che la PAC del 2024 sarà ancora legata alla riduzione dell’impiego del farmaco antibiotico

Questo articolo deve essere di poche chiacchiere,

PASSATE AI FATTI,

consultate subito le vostre DDD e prendete le opportune decisioni !!!!

ANDATE al LINK e ACCEDETE con le vostre credenziali

https://www.vetinfo.it/


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15/Lug/2024


Introduzione La sostenibilità è diventata un obiettivo chiave nell’allevamento di bovine da latte. Le pratiche sostenibili non solo contribuiscono alla protezione dell’ambiente, ma migliorano anche la redditività e la reputazione dell’allevamento. In questo articolo, esamineremo le pratiche sostenibili che possono essere implementate e i loro benefici a lungo termine.

Gestione dei Rifiuti Una gestione efficace dei rifiuti è essenziale per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento. Il compostaggio dei letami e l’utilizzo di digestori anaerobici per la produzione di biogas sono due pratiche che permettono di trasformare i rifiuti in risorse utili, riducendo le emissioni di gas serra.

Efficienza Energetica L’adozione di tecnologie a basso consumo energetico, come i sistemi di illuminazione a LED e le pompe di calore, può ridurre significativamente il consumo di energia. L’installazione di impianti solari o eolici per la produzione di energia rinnovabile contribuisce ulteriormente alla sostenibilità dell’allevamento.

Uso Responsabile delle Risorse Idriche La gestione sostenibile dell’acqua è cruciale. Sistemi di raccolta dell’acqua piovana e tecnologie di irrigazione efficienti possono ridurre il consumo di acqua. Monitorare e ottimizzare l’uso dell’acqua per l’abbeveramento e la pulizia delle stalle è fondamentale per prevenire sprechi.

Alimentazione Sostenibile L’alimentazione delle bovine può essere resa più sostenibile attraverso l’uso di foraggi locali e colture di copertura che migliorano la salute del suolo. La riduzione dell’uso di mangimi concentrati e l’integrazione di alternative come gli scarti agroindustriali contribuiscono a una dieta più sostenibile.

Pratiche di Allevamento Rigenerative Le pratiche di allevamento rigenerative, come la rotazione delle colture e il pascolo gestito, migliorano la salute del suolo e la biodiversità. Queste pratiche aumentano la capacità del suolo di sequestrare carbonio, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici.

Conclusione L’adozione di pratiche sostenibili nell’allevamento di bovine da latte è essenziale per garantire un futuro prospero e responsabile. Le iniziative sostenibili non solo proteggono l’ambiente, ma offrono anche benefici economici e migliorano la qualità della vita delle comunità agricole.

Vuoi rendere il tuo allevamento di bovine da latte più sostenibile? Rivolgiti agli esperti del Centro Veterinario San Martino per consulenze su pratiche sostenibili e soluzioni innovative. Insieme possiamo costruire un futuro più verde e produttivo!


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17/Giu/2024


esatto,

dal 2024 ed entro la fine del 2025,

TUTTI gli operatori che al 1 gennaio 2024 sono identificati e registrati nel Sistema I&R, ai sensi del Decreto n.134/2022, e hanno già avviato la propria attività sono tenuti ad assolvere all’obbligo di frequenza del primo programma formativo entro il 31 dicembre 2025.

Se questa sembra una novità, ed in parte lo è,

in realtà per noi veterinari del Centro Veterinario San Martino, è solamente una conferma della correttezza della strada che abbiamo percorso negli ultimi anni (dal 2009 in poi).

Cosa abbiamo già fatto?

semplice:

dal 2009 in poi

  • abbiamo creato incontri formativi su tematiche di sanità animale per i nostri clienti
  • abbiamo fatto formazione continua in stalla (anche per la manodopera)
  • abbiamo creato un canale formativo su Youtube
  • abbiamo incrementato la formazione continua su principali social
  • abbiamo realizzato un piattaforma formativa ON DEMAND on line con contenuti di alto valore (dairing.farm)
  • abbiamo scritto articoli divulgativi su riviste del settore
  • …….

Cosa faremo?

Visto il grande successo che abbiamo ottenuto negli ultimi anni,

CI IMPEGNEREMO a potenziare tutto ciò, secondo le regole previste dalla normativa

e saremo sempre al fianco degli allevatori (OSA Operatori del Settore Alimentare) e dei loro collaboratori e dipendenti

Vi terremo informati anche in questo BLOG

(magari dopo l’estate 2024 quando i programmi formativi saranno più chiari e definiti)

Per SAPERNE di più …

vedi link al testo del decreto

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-10-17&atto.codiceRedazionale=23A05686&elenco30giorni=false


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23/Mag/2024


ESATTO, al giorno di oggi si può investire in managerialità e tecnologia, cercando di soddisfare le esigenze della clientela, e  per quanto il settore veterinario,

NOI LO ABBIAMO FATTO,

Tramite i FONDI del POR FESR della Regione Emilia Romagna siamo riusciti a realizzare il seguente progetto:

“Progetto di miglioramento pluriennale della managerialità e della aggregazione dei professionisti, di implementazione della comunicazione, della digitalizzazione dei servizi specialistici veterinari e di sviluppo delle competenze di impresa del Centro Veterinario San Martino, come modello di sviluppo di uno studio professionale/microimpresa (Studio Veterinario Associato) nell’epoca del post Covid in Emilia Romagna”

GUARDA IL VIDEO PER SAPERNE DI PIU’

 


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20/Apr/2024


Introduzione Il benessere animale è un tema sempre più centrale nell’allevamento di bovine da latte. Garantire condizioni di vita ottimali non solo migliora la qualità della vita degli animali, ma ha anche effetti positivi sulla produttività e sulla qualità del latte. In questo articolo esploreremo le pratiche essenziali per il benessere delle bovine da latte e i vantaggi che ne derivano.

Condizioni di Alloggio Le condizioni di alloggio sono fondamentali per il benessere delle bovine. Le stalle devono essere spaziose, ben ventilate e dotate di lettiere pulite e confortevoli. La possibilità di muoversi liberamente riduce lo stress e promuove il comportamento naturale degli animali.

Alimentazione Equilibrata Una dieta bilanciata è essenziale per la salute e la produttività delle bovine da latte. Gli alimenti devono essere di alta qualità e fornire tutti i nutrienti necessari per soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali in diverse fasi della loro vita e della produzione.

Gestione della Salute La prevenzione delle malattie e una gestione sanitaria efficace sono cruciali. Programmi di vaccinazione, monitoraggio regolare della salute e cure veterinarie tempestive aiutano a prevenire e gestire le malattie, riducendo la necessità di trattamenti antibiotici e migliorando il benessere generale degli animali.

Benessere Psicologico Oltre alla salute fisica, è importante considerare il benessere psicologico delle bovine. Attività che stimolano l’interazione sociale e riducono la noia, come l’accesso a pascoli o aree di riposo comuni, contribuiscono a ridurre lo stress.

Conclusione Il benessere animale è una componente fondamentale di un allevamento sostenibile e produttivo. Migliorare le condizioni di vita delle bovine da latte porta a una maggiore produttività e qualità del latte, oltre a rispondere alle crescenti richieste dei consumatori per prodotti etici e sostenibili.

Per ulteriori informazioni su come migliorare il benessere delle tue bovine da latte, contatta il nostro team di esperti del Centro Veterinario San Martino. Siamo pronti a fornirti consulenze personalizzate e supporto per ottimizzare la tua gestione dell’allevamento.


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20/Mar/2024


Introduzione L’innovazione tecnologica sta trasformando l’allevamento di bovine da latte, migliorando l’efficienza, la produttività e il benessere animale. Dall’automazione della mungitura ai sistemi di monitoraggio della salute, le nuove tecnologie offrono strumenti preziosi per gli allevatori. In questo articolo esploreremo alcune delle tecnologie più recenti e il loro impatto sull’allevamento.

Robot di Mungitura I robot di mungitura automatizzano il processo di mungitura, riducendo il lavoro manuale e migliorando la precisione. Questi sistemi permettono alle bovine di essere munte quando lo desiderano, riducendo lo stress e aumentando la produzione di latte. Inoltre, i dati raccolti dai robot forniscono informazioni dettagliate sulla salute e la produttività di ogni animale.

Sensori e Monitoraggio della Salute I sensori indossabili sono in grado di monitorare vari parametri di salute delle bovine, come la temperatura corporea, il battito cardiaco e l’attività fisica. Questi dati aiutano gli allevatori a rilevare precocemente malattie e altre problematiche, permettendo interventi tempestivi e migliorando la gestione sanitaria.

Gestione dell’Alimentazione I sistemi di alimentazione automatizzati garantiscono che ogni bovina riceva una dieta bilanciata e personalizzata. Questi sistemi monitorano il consumo di cibo e regolano l’alimentazione in base alle esigenze individuali degli animali, migliorando la salute e la produttività.

Analisi dei Dati L’analisi avanzata dei dati raccolti da vari dispositivi permette agli allevatori di prendere decisioni informate sulla gestione del bestiame. I software di gestione dell’allevamento analizzano i dati per identificare tendenze e suggerire miglioramenti nelle pratiche di allevamento.

Conclusione L’adozione di tecnologie innovative nell’allevamento di bovine da latte offre numerosi vantaggi, tra cui una maggiore efficienza, miglioramenti nella salute e nel benessere degli animali e una produzione di latte più sostenibile. Investire in queste tecnologie può aiutare gli allevatori a rimanere competitivi e a soddisfare le crescenti esigenze del mercato.

CTA: Scopri come le tecnologie innovative possono trasformare il tuo allevamento di bovine da latte. Contatta il Centro Veterinario San Martino per una consulenza su misura e per esplorare le soluzioni tecnologiche più adatte alle tue esigenze.


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04/Ott/2021


I Mycoplasmi sono batteri di piccolissime dimensioni e privi di parete cellulare, noti come agenti di diverse patologie che interessano l’allevamento bovino, tra le quali si annoverano polmonite, otite, poliartrite e mastite.

Tra le diverse specie del batterio, la più patogena e frequentemente associata a mastite è Mycoplasma bovis.

Come si presenta una mastite da Mycoplasma?

La classica manifestazione è caratterizzata da segni clinici gravi con l’interessamento di più quarti, latte con colorazione brunastra e drastico calo produttivo ma non è da escludere lo sviluppo di mastiti cliniche di minore entità o addirittura mastiti subcliniche. Per cui, bisogna sempre indagare il sospetto e giungere alla diagnosi.

In che modo Mycoplasma si introduce in allevamento?

La principale fonte di introduzione in una mandria esente da Mycoplasma è l’acquisto di bovine clinicamente sane ma  infette o la partecipazione a fiere e altri eventi in cui si assiste alla promiscuità tra bovine appartenenti a diverse mandrie.

Come avviene la diffusione nella mandria?

Innanzitutto, come un classico agente di mastite contagioso, Mycoplasma può trasmettersi a bovine sane quando i loro capezzoli entrano in contatto con latte infetto proveniente da bovine con mastite subclinica durante la mungitura.

Un’ulteriore via di trasmissione è quella respiratoria attraverso l’inalazione di aerosol proveniente da bovini con polmonite. Una volta inalato, il microrganismo colonizza l’apparato respiratorio e successivamente può disseminarsi attraverso la circolazione sanguigna fino a raggiungere la mammella dove determina l’insorgenza di mastite.

Infine, bisogna assolutamente evitare di utilizzare il latte proveniente da bovine infette per alimentare i vitelli perché questi ultimi possono subire la colonizzazione da parte di Mycoplasma fino a diventarne portatori, contribuendo alla diffusione del batterio nella mandria.

Come viene effettuata la diagnosi?

La metodica comunemente impiegata è l’analisi batteriologica del latte.

Tuttavia, questa risulta lunga e complessa perché la coltura e l’identificazione di tale microrganismo richiedono tecniche di laboratorio specifiche e maggiori tempi di risposta.

Un’ulteriore complicazione è data dalla possibilità di avere falsi negativi quando la bovina, pur essendo infetta, non elimina il microrganismo con il latte e ciò si può verificare nel corso di un’infezione persistente, comunemente caratterizzata dall’eliminazione sporadica del batterio.

Trattamento

Il trattamento antibiotico è da evitare in quanto inefficace.

È necessario identificare tutti gli animali infetti e optare per la loro riforma in modo tale da bloccare la trasmissione del microrganismo.

Prevenzione e controllo delle mastiti da Mycoplasma

  • Adozione di buone misure di biosicurezza per limitare l’introduzione di bovine infette;
  • In caso di rimonta esterna, preferire l’acquisto di bovine a basso rischio (che non hanno mai partorito e che non sono mai state in promiscuità);
  • Predisposizione di un luogo idoneo per la quarantena delle bovine di nuova introduzione finché non si abbia la possibilità di provare che non siano infette.
  • Evitare la promiscuità tra bovine infette e vitelli o bovine fresche;
  • Non mungere le bovine fresche con gli stessi gruppi di mungitura usati per le bovine infette;

Ricapitolando…

  • Se si sospetta la presenza di Mycoplasma nella mandria bisogna indagare il sospetto e giungere alla diagnosi con lo scopo di eliminare tutti i soggetti infetti.
  • L’acquisto di bovine infette rappresenta il principale fattore di rischio per l’introduzione di Mycoplasma nella mandria.
  • La conoscenza delle modalità di trasmissione del batterio è importante per permetterne il controllo se già presente nella mandria o per prevenirne l’introduzione in mandrie esenti.

Autore: Dr. Centonze Giovanni


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22/Lug/2021


Klebsiella spp. è un batterio coliforme gram negativo noto come agente di mastite ambientale negli allevamenti di bovine da latte.

Come si presenta una mastite da Klebsiella?

L’infezione può esitare in mastite clinica con manifestazioni sovrapponibili a quelle di un’infezione mammaria da E. coli: circa un terzo dei casi clinici si presenta in forma lieve; un altro terzo può presentarsi anche con gonfiore dei quarti colpiti, ossia mastite clinica moderata; il restante terzo dei casi esita in mastite clinica grave con patologia sistemica.

La ragione è che il meccanismo patogenetico per lo sviluppo di segni clinici gravi è il medesimo: endotossine.

Tuttavia ciò che differenzia Klebsiella è la capacità di invadere in profondità il parenchima mammario evadendo l’azione del sistema immunitario e determinando infezioni subcliniche persistenti che esitano nella progressiva distruzione del tessuto mammario secernente. Ciò che ne risulta è il calo produttivo persistente durante tutta la restante lattazione e spesso si assiste alla riforma delle bovine perché poco produttive.

Quindi, l’osservazione della mastite clinica spesso rappresenta lo stadio finale di un lungo periodo di infezione subclinica e ciò rende più difficile il controllo di tale microrganismo se comparato a E. coli.

Fonti di infezione

L’origine del batterio è ambientale e in allevamento può essere rinvenuto soprattutto nelle feci e in materiale da lettiera organico come segatura o trucioli.

Oltre alle fonti ambientali, bisogna ricordare che Klebsiella è in grado di causare mastiti subcliniche e il latte proveniente da bovine con tali infezioni è fonte di contagio durante la mungitura.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi eziologica non può essere ottenuta basandosi sull’osservazione dei segni clinici ma è necessario effettuare l’esame batteriologico del campione di latte prelevato in sterilità dai quarti colpiti.

Trattamento

Prima di decidere se trattare o meno casi di mastite lieve o moderata, bisogna accertare che l’esito dell’esame batteriologico riporti Klebsiella come agente eziologico. In caso di conferma, è necessario verificare se il caso clinico sia stato preceduto da un periodo di mastite cronica subclinica (SCC >200.000 per due o più mesi). Se sì, allora sarebbe necessario iniziare un trattamento antibiotico.

In caso di segni clinici sistemici come febbre, shock e anoressia è opportuno seguire uno specifico protocollo terapeutico, sviluppato con il supporto del veterinario, che comprenda la terapia antibiotica per via sistemica oltre alla somministrazione di fluidi e antinfiammatori.

Prevenzione e controllo delle mastiti da Klebsiella

Il primo obiettivo è la riduzione dell’esposizione dell’apice del capezzolo alle potenziali fonti ambientali del batterio attraverso una corretta gestione del materiale di lettiera.

In aggiunta, per limitare il contagio in mungitura bisognerebbe implementare le procedure di pre- e post-dipping.

Un altro aspetto fondamentale è l’identificazione di bovine con mastite subclinica in modo tale da ridurre il potenziale di trasmissione tra bovine.

Infine, si dovrebbe considerare anche l’impiego della vaccinazione per contribuire a ridurre l’incidenza e gravità delle infezioni da Klebsiella.

Ricapitolando…

  • L’infezione mammaria da Klebsiella si instaura quando l’apice del capezzolo entra in contatto con il batterio presente nell’ambiente o nel latte di bovine con mastite subclinica.
  • A differenza di altri gram –, le infezioni da Klebsiella possono persistere per lunghi periodi causando aumento della SCC e spesso esitano in riduzione significativa della produzione lattea.
  • La prevenzione di nuove infezioni si ottiene allevando le bovine in luoghi puliti e asciutti e separando le bovine sane da quelle con infezioni persistenti.

Autore: Dr. Centonze Giovanni


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13/Apr/2021


Quando una mastite può essere definita cronica?

Nel caso di mastiti subcliniche, quando una bovina presenta mastite subclinica (SCC >200.000 cellule/ml) per due o più mesi consecutivi nel corso della stessa lattazione.

Nel caso di mastiti cliniche, quando una bovina manifesta più di due episodi di mastite clinica nel corso della stessa lattazione.

Come individuare le bovine cronicamente infette?

Per identificare le bovine con mastiti croniche subcliniche è necessario consultare i valori individuali mensili della conta delle cellule somatiche.

Per individuare i casi cronici clinici bisogna accertarsi che tutti i casi di mastite clinica siano registrati!

Solo mediante la registrazione dei valori della SCC mensile e dei casi di mastite clinica si è in grado di gestire i casi cronici perché tutto parte dall’abilità nell’identificazione delle bovine ‘problema’.

Gestione delle bovine cronicamente infette

Nella realtà ci sono solo 6 opzioni gestionali:

  • Trattamento;
  • Isolamento della bovina. Questa continua a essere munta ma separatamente rispetto alle bovine sane per evitare il contagio;
  • Messa in asciutta della bovina: per bovine in lattazione avanzata e impiegata per proteggere le altre bovine sane da infezioni;
  • Messa in asciutta del singolo quarto cronicamente infetto;
  • Mungitura separata del singolo quarto infetto con il quarter milker: evita il contatto con i capezzoli di altre bovine sane;
  • Riforma.

Conviene trattare una mastite cronica?

Il trattamento non è mai conveniente per la risoluzione di mastiti croniche perché spesso presenta una bassa percentuale di successo e per tale motivo andrebbe effettuato solo in rare occasioni, consultando il proprio veterinario.

Quando riformare?

Mastiti croniche sostenute da Staphylococcus aureus o Mycoplasma bovis che non rispondono a trattamento non guariranno spontaneamente.

Inoltre, ci sono bovine che presentano caratteristiche per cui è sconsigliato effettuare il trattamento: bovine con più quarti cronicamente infetti, bovine con episodi multipli di mastite clinica, bovine con danni allo sfintere del capezzolo.

In tutte queste situazioni la riforma sarebbe la soluzione economicamente più vantaggiosa per la gestione della mandria.

Prevenire è meglio che curare!

Sebbene ci siano diverse opzioni per la gestione delle bovine cronicamente infette, nessuna è ideale perché ciascuna di queste comporta perdite per le bovine e/o per l’allevatore.

Per cui, quando si identificano mastiti croniche bisogna ricercare i punti critici di esposizione e capire come ridurre lo sviluppo di nuove infezioni croniche.

Identificazione dei punti critici per la riduzione del rischio

Il primo punto critico su cui focalizzarsi è sicuramente la mungitura. Infatti, quando un gruppo di mungitura è rimosso da bovine cronicamente infette e viene attaccato ai capezzoli di bovine sane si rischia la trasmissione di batteri. Quindi bisogna minimizzare questa evenienza.

Un altro punto critico su cui intervenire per ridurre la trasmissione di agenti patogeni è il sistema di post-dipping. Affinchè possa ritenersi efficiente, almeno il 75% della superficie cutanea del capezzolo dovrebbe essere ricoperta dal disinfettante al termine della mungitura.

Infine, bisognerebbe considerare anche una potenziale contaminazione ambientale, minimizzando l’esposizione dei capezzoli ai batteri nella zona di riposo.

 Ricapitolando…

  • È opportuno identificare le bovine cronicamente infette al fine di decidere il corretto approccio sulla base delle caratteristiche dell’agente patogeno e della bovina stessa.
  • Per ridurre lo sviluppo di nuove mastiti croniche è opportuno agire sulla prevenzione, attuando specifici protocolli in collaborazione con il veterinario.

Autore: Dr. Centonze Giovanni


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15/Dic/2020


Streptococcus agalactiae è un batterio gram +, agente di mastite contagioso e potenziale agente di zoonosi.

La mastite catarrale contagiosa bovina sostenuta da Str. agalactiae è una malattia infettiva soggetta a obbligo di denuncia.

Tale infezione mammaria è altamente contagiosa, è associata a elevati conteggi delle cellule somatiche e ha un notevole impatto economico nell’allevamento della bovina da latte.

Per tali motivi, molte aziende partecipano volontariamente a piani di controllo della malattia con l’obiettivo di raggiungere la sua eradicazione e ottenere la qualifica di “allevamento indenne”.

Come si presenta una mastite da Streptococcus agalactiae?

Episodi di mastite clinica sono rari mentre è frequente l’infezione mammaria subclinica, associata a rialzo della SCC e tendenza a cronicizzare. Pertanto, il conteggio delle cellule somatiche individuale è spesso l’unico strumento utile per individuare le bovine potenzialmente infette.

Fonti di infezione

L’agente non sopravvive nell’ambiente esterno ed è presente esclusivamente a livello della mammella infetta. La trasmissione da bovina infetta a bovina sana avviene attraverso il latte infetto e la mungitura rappresenta il punto critico per la diffusione dell’infezione nella mandria.

Inoltre, manze che sono state alimentate con latte infetto e che tendono a succhiarsi reciprocamente possono  sviluppare l’infezione mammaria, la quale può persistere fino al parto.

L’acquisto di capi infetti rappresenta la principale modalità di introduzione dell’infezione in una mandria indenne.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi è comunemente ottenuta mediante esame batteriologico del latte prelevato in maniera sterile da bovine con sospetta infezione.

Trattamento

Se l’esito dell’esame batteriologico conferma l’infezione da Str. agalactiae c’è la possibilità di effettuare il trattamento intramammario direttamente in lattazione (Blitz Therapy) o alla messa in asciutta, con buone probabilità di rimuovere l’infezione.

Prevenzione e controllo

Il controllo e la conseguente eradicazione della mastite da Str. agalactiae possono essere conseguiti attraverso:

  • Idonee misure di biosicurezza per prevenire l’ingresso di capi infetti;
  • Rispetto dell’igiene e prassi di mungitura con idoneo sistema di post-dipping;
  • Identificazione, separazione e trattamento sistematico di tutte le bovine infette;
  • Riforma dei casi cronici e refrattari alle terapie;
  • Manutenzione dell’impianto di mungitura.

Ricapitolando…

  • Str. agalactiae è un importante agente di mastite contagiosa che diffonde rapidamente nella mandria e si trasmette soprattutto durante la mungitura.
  • L’infezione è spesso subclinica e associata a rialzo della SCC. Per cui, è necessario identificare tutti gli animali potenzialmente infetti ed eseguire l’esame batteriologico del latte.
  • La terapia antibiotica intramammaria delle bovine positive può essere effettuata in lattazione o in asciutta e presenta buone possibilità di successo.
  • Affinchè l’infezione possa essere eradicata, oltre al trattamento è necessario adottare elevati standard di biosicurezza per prevenire l’introduzione e la diffusione dell’infezione nella mandria in mungitura.

Autore: Dr. Centonze Giovanni





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Direttore Sanitario Dr. Giacomo Riva iscritto all’Ordine dei Veterinari di Parma al n° 487




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