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La dermatite allergica da pulci (DAP)


LA DERMATITE ALLERGICA DA PULCI

Il cane e il gatto con la dermatite allergica da pulci si riconoscono perché hanno un prurito molto intenso soprattutto a livello di dorso, lombi e coda. Come conseguenza possono presentare delle lesioni alopeciche (senza pelo), con papule e croste, e a furia di grattare si creano ulteriori lesioni che possono infettarsi. La gravità è data dal grado di ipersensibilità che sviluppa l’animale nei confronti di alcune componenti presenti nella saliva della pulce: alla prima puntura di pulce generalmente non succede niente, ma già alla seconda si possono sviluppare dei processi allergici notevoli.

Mentre il gatto è un animale che tende a fare molta attenzione alla pulizia, e quindi riesce a venire a capo della maggior parte delle pulci durante il processo di leccamento del pelo, il cane no, per cui è facile che presenti delle infestazioni più gravi. Ad ogni modo, anche un singolo morso di pulce, in un soggetto allergico, può risultare molto fastidioso: le zone colpite diventano rosse e gonfie, e molto pruriginose.

La terapia consiste nel prevenire qualsiasi incontro con le pulci attraverso un’attenta profilassi annuale: eh sì, perché le pulci prediligono temperature miti, che sono presenti tutto l’anno nelle nostre case. Una volta individuato un soggetto allergico, ad ogni modo, oltre ad eliminare le pulci e a disinfestare gli ambienti, il veterinario provvede a somministrare una terapia sintomatica per dare sollievo all’animale e proteggerlo da ulteriori lesioni da grattamento.

 


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  1. Il cane è un compagno di vita fedele e affettuoso: vi seguirà nei boschi e sul divano, vorrà condividere tutto, cibo, letto, tempo. Se cercate un amico a quattro zampe che sia la vostra ombra e che sia pronto per l’avventura, non indugiate oltre: l’avete trovato! Se non avete tempo da dedicare a questo incredibile animale, lui non ve ne farà una colpa, ma non sarà felice: pensateci bene prima di adottarne uno.
  2. Il cane è un legame diretto con la natura: nel bene e nel male, vi costringerà a camminare, a correre, a cercare il parco perfetto, la scampagnata, la spiaggia pet friendly un po’ più selvaggia. Il contatto con la natura ha un notevole impatto positivo sulla salute e sulla mente. Imparerete ad apprezzare l’aria frizzantina del mattino… ma anche le pozzanghere e il vento gelido d’inverno perchè la pipì si fa fuori tutto l’anno!
  3. Il cane è una responsabilità: un ottimo rinforzo per chi sta ancora imparando a gestirle, ma un peso per chi ne farebbe volentieri a meno. Non è certamente per tutti! Pensateci non una ma dieci volte prima di fare questo passo. Dovrete provvedere alla loro salute, alla loro alimentazione, al loro benessere e alla loro educazione se cuccioli… ma non scordarvi di queste responsabilità durante la loro vecchiaia!
  4. Il cane è un essere senziente: tante sono le emozioni che è in grado di evocare in noi con il suo sguardo amichevole, tante sono quelle che prova. Questo mondo non è alla nostra portata, potremo sempre tirare a indovinare guardando attraverso i loro occhi. Cerchiamo di tenerlo a mente: non sono giocattoli, non sono oggetti, e soprattutto non sono esseri umani. Hanno dei bisogni etologici che vanno conosciuti e rispettati. Se avete bisogno di una guida in questo senso, parlatene con il vostro veterinario: potrà consigliarvi al meglio o addirittura indirizzarvi presso un collega comportamentalista.
  5. Il cane è un animale socievole: anche se si adatterà al “branco” famiglia riconoscendo ogni soggetto come amico (con le dovute preferenze), se invece che un cucciolo ne prenderete due, vi ringrazieranno perché avranno sempre la possibilità di rapportarsi con i loro simili. Se non avete questa possibilità per mancanza di spazio, privilegiate delle uscite nei parchi dotati di area cani in modo che possano socializzare o considerate le “puppy class”, veri e propri incontri appositamente organizzati per l’equilibrio e la socievolezza dei cuccioli.

 

Se siete ancora convinti di prenderlo dopo aver letto questi cinque punti allora siete sulla buona strada!


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Puppy class, agility, educatori, area cani, adozione consapevole, allevatori responsabili, riproduzione selezionata ENCI… siete entrati in questo mondo in punta di piedi o siete dei veterani con esperienza ventennale alle spalle?

In ogni caso è utile conoscere le novità dal punto di vista educativo: un cane felice ed equilibrato sarà più gestibile, meno soggetto a farvi incorrere in sanzioni, meno “pericoloso” per se stesso e per gli altri (adulti, bambini, cani).

Se avete appena portato a casa un cucciolo di cane considerate la sua educazione importante quanto la sua alimentazione: solo in questo modo non perderete di vista questo obiettivo fondamentale!

La puppy class è un percorso di incontri con un gruppo di cuccioli, dove si alternano momenti di lezioni a gioco libero sotto la diretta supervisione di un esperto: la figura dell’educatore cinofilo.

Gli argomenti trattati sono le basi dell’educazione per le regole sociali che desideriamo fargli apprendere, naturalmente impostate nel rispetto del cane dal punto di vista etologico: la comunicazione uomo-cane, i bisogni fuori casa, attività utili e divertenti, il morso, la passeggiata al guinzaglio, il richiamo, la socializzazione con cani e persone.

Sarà facile incontrare altri cani per strada, ma nelle apposite aree cani potranno corrersi incontro liberamente per conoscersi e giocare, il tutto in sicurezza: non è vantaggioso?

Se invece il vostro cane ha un passato di difficoltà e vita in canile, oppure non è stato correttamente educato, o peggio è stato tolto alla madre troppo presto (ovvero prima dei 60 giorni), è più probabile che per voi sia utile un percorso di “riabilitazione” tenendo conto dei suoi problemi comportamentali. L’educatore cinofilo potrà aiutarvi, ma in questo caso è meglio avvalersi dell’approccio di un veterinario comportamentalista.

Fatevi consigliare un nome dal vostro veterinario di fiducia: in questo modo ci sarà un buon lavoro di squadra fra professionisti e tutto va a favore del vostro amico a quattro zampe!


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La prima visita del cucciolo consiste di un’accurata raccolta di dati da parte del medico veterinario al fine di fornire tutte le informazioni necessarie a mantenerlo in buona salute. Prima di visitare l’animale il veterinario procederà alla raccolta dell’anamnesi: da dove proviene il cucciolo, se è stato a contatto con altri animali, se ha viaggiato, cosa mangia, se ha a disposizione un giardino o meno. In seguito svolgerà un esame obiettivo generale accurato del soggetto per verificare le condizioni di salute. L’ideale è presentarsi con il libretto vaccinale se ne avete già uno e possibilmente un campione di feci fresche di giornata: è molto frequente l’infestazione parassitaria nei cuccioli.

QUANDO PRENOTARE

Prima di avere il cucciolo, in modo da avere la certezza di gestire al meglio la sua salute con largo anticipo; possibilmente entro 2-3 giorni dall’arrivo a casa, in modo da non far attendere troppo un’eventuale sintomatologia in corso.

Se avete altri animali a casa allora è bene tenerli separati in attesa di aver fatto chiarezza su eventuali malattie infettive.

VACCINI: QUALI E QUANDO?

In base ai dati raccolti durante la visita il veterinario potrà eventualmente proporvi ulteriori indagini oppure procedere con le prime vaccinazioni e la programmazione dei richiami.

Le vaccinazioni altamente consigliate sul nostro territorio sono contro le seguenti malattie:

 

  • parvovirosi
  • epatite infettiva
  • cimurro
  • leptospirosi

 

  • talvolta parainfluenza (conosciuta come tosse dei canili)
  • talvolta rabbia (fondamentale per i viaggi con il vostro pet)

 

Le vaccinazioni proteggono generalmente bene nei confronti di queste malattie, tuttavia non esiste una protezione valida al 100%, numero che è sempre messo in discussione da madre natura.

Vaccinare per la leptospirosi, una malattia infettiva che può colpire anche l’uomo e che rappresenta un rischio mortale per il cane rappresenta un valido aiuto per i nostri amici animali, pur non coprendo tutti i sierotipi (le diverse leptospire) presenti sul nostro territorio.

Le vaccinazioni di base sono obbligatorie?

No, naturalmente, anche se esistono situazioni in cui lo diventano per ragioni di sicurezza. Ad esempio la vaccinazione antirabbica è obbligatoria non solo per spostamenti all’estero, ma anche per esposizioni canine, gare e monte riproduttive.

Se avete dubbi, telefonate al vostro veterinario di fiducia!


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La scelta del cane segue spesso una linea di pensiero poco razionale, a meno che non sia un soggetto da lavoro: abbiamo incrociato il suo sguardo per strada e ci siamo innamorati di tale razza, oppure siamo stati in canile, o ancora la cagna dei nostri amici ha fatto dei morbidi e teneri cuccioli.

I PRO DI UN CANE DI RAZZA

Carattere, socievolezza, estetica, esenzione da alcune malattie genetiche: un allevatore responsabile, per una cifra giusta, vi darà in cambio un cane in buone condizioni di salute, che ha passato il giusto tempo a contatto con madre e fratelli in modo da sapersi approcciare agli altri individui; molti allevatori oggigiorno si avvalgono di figure esperte per seguire dal punto di vista cognitivo-comportamentale le cucciolate fino al giorno in cui andranno nelle loro nuove famiglie.
Diffidate di chi vi vende un cane senza documenti (o con rincaro del prezzo se li richiedete), separato dalla madre prima dei 60 giorni, senza vaccinazione e profilassi, senza pedigree: non si tratta di “abiti griffati”! Un cane sprovvisto di pedigree emanato dall’ENCI non può essere considerato un “cane di razza” ed è illegale la compravendita.

Le tariffe previste per ottenere il pedigree sono riportate sul sito ufficiale dell’ENCI  e non sono elevate! (sito dell’ENCI)

 

I PRO DI UN’ADOZIONE

Un terno al lotto? Si, ma non sempre: un cane di 2-3 anni abbandonato è un animale giovane e può avere un carattere mite ed equilibrato; se invece desiderate un compagno per una persona anziana, un cane adulto-anziano potrebbe essere la scelta migliore, e sicuramente sarà un gesto di estrema generosità per un soggetto che ha passato del tempo in canile.

In canile gli animali vengono controllati dal veterinario e se hanno dei problemi di salute questi vengono segnalati: non ci sono “sorprese” da questo punto di vista.

Infine, i cuccioli sono tutti belli, tutti adorabili, e tutti diversi: l’espressione “genetica” della loro unicità potrebbe colpirvi molto più di un cane perfettamente identico ai suoi genitori.

 

Siete ancora in dubbio? Fate un giro in canile, chiedete al vostro veterinario se conosce un allevatore serio (vale la pena anche fare qualche chilometro per raggiungerlo).

 

Dopo aver ragionato, è giusto lasciarsi guidare dall’istinto! Ogni legame è unico.

 


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ATTENZIONE ALLA PROCESSIONARIA

In questo periodo dell’anno c’è un insetto che se incrocia la strada del nostro animale deve farci preoccupare: la processionaria è la larva di una falena che viene chiamata così perché si sposta in fila indiana con i suoi consimili, solitamente in prossimità dei pini. Si presenta come un innocuo “bruchetto” ricoperto di peli che in fila indiana sembra un esemplare unico e infinito.

 

I peli di processionaria sono urticanti e causano una violenta infiammazione pruriginosa della cute o della mucosa con cui vengono a contatto, portandola rapidamente a necrosi: naso, labbra e lingua sono i più colpiti, mentre a volte a causa del tentativo di “liberarsi” con le zampe troviamo delle lesioni anche sugli arti. Nei soggetti predisposti, può anche portare a uno shock anafilattico.

 

L’ANIMALE VIENE A CONTATTO CON LA PROCESSIONARIA

Solitamente, quanto più le lesioni sono estese, tanto più è a rischio la vita dell’animale: l’infiammazione a livello del cavo orale può portare a difficoltà a deglutire e a respirare, e molto spesso è fondamentale l’intervento del chirurgo per rimuovere tutte le lesioni necrotiche.

 

L’ANIMALE INGERISCE LA PROCESSIONARIA

Se l’animale ingerisce i peli urticanti o la processionaria stessa può andare incontro a febbre, vomito, diarrea emorragica, perché a livello della sua mucosa intestinale ci saranno le stesse lesioni che i peli provocano sulla cute. In questo caso, purtroppo, il rischio di morte è ancora più alto.

 

PRONTO INTERVENTO

La prima cosa da fare è contattare un veterinario al più presto: innanzitutto perché l’animale rischia una necrosi più estesa se non si interviene rapidamente, inoltre il dolore è molto intenso e può essere gestito solo con la terapia farmacologica.

Il veterinario provvederà a somministrare un antidolorifico, eventualmente effettuerà una sedazione per ripulire le zone lese, somministrerà la terapia che consiste in una protezione antibiotica per le lesioni e un antinfiammatorio per tentare di contrastare la violenta cascata infiammatoria che si innesca. Spesso sarà necessario un ricovero ospedaliero per dare il tempo e l’opportunità all’animale di ristabilirsi. L’alimentazione assistita tramite sondino, in questi casi, è fondamentale per la sopravvivenza del paziente.

 

UN PERICOLO PER TUTTI

Nella mia esperienza, sono i cani, che con la loro frenesia non alzano mai il naso dal terreno, ad entrare più spesso in contatto con le larve di processionaria. Più raramente, i gatti, giocosi ma prudenti, possono essere feriti da questo insetto. Non bisogna dimenticare che può essere un pericolo anche per noi, in particolare per i bambini: se sospettate la presenza di un nido, verificate le indicazioni del vostro comune al riguardo (Parma).


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Facciamo il punto, se il vostro animale:

  • è debole, non si regge in piedi
  • respira in modo affannoso, con la lingua di fuori
  • ha le mucose cariche, color mattone

L’indicazione principale è senza dubbio di raggiungere di corsa un pronto soccorso veterinario: non si tratta di una situazione che si può gestire a casa ma è fondamentale l’aiuto di un medico veterinario e, a seconda della diagnosi, di una terapia intensiva.

Nel mentre può essere utile:

  • fare spugnature di acqua fresca su arti, orecchie e muso (sconsigliato l’uso di alcol o altre sostanze)
  • offrire da bere spesso, solo acqua a temperatura ambiente, a piccoli sorsi
  • posizionare l’animale al fresco, all’ombra, in zona ventilata o se possibile in casa con ventilatore acceso

 

Un concetto fondamentale è che il raffreddamento deve essere graduale, al fine di raggiungere la giusta temperatura in sicurezza in quanto ci sono diversi pericoli in agguato procedendo troppo rapidamente: acqua fredda e ghiaccio non sono alleati in questa situazione!

Per sapere come prevenire il colpo di calore, ecco un link utile.


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Tutti siamo sensibili alle alte temperature: c’è chi suda tantissimo ma preferisce stare fuori all’aria aperta, chi si rintana in casa per tutta l’estate con il ventilatore e chi cerca immancabilmente di sostare nei negozi al fresco dell’aria condizionata. E i nostri amici animali come si comportano? Avrete sicuramente notato che d’estate tendono a muoversi di meno, a bere di più, a riposare all’ombra… anche fra gli animali c’è chi preferisce l’ombra dell’albero a quella del letto del proprio padrone. Ma veniamo al dunque: loro sono programmati per sopravvivere in condizioni di alte temperature per brevi periodi e questo grazie a madre natura; è abbastanza ovvio, quindi, che l’unica cosa che possiamo fare per aiutarli è fare in modo che possano sempre e comunque esprimere i loro normali comportamenti protettivi.

Il colpo di calore prende alla sprovvista, quindi? Oppure… no? Attenzione al sole diretto, alle ore più calde… sembrano indicazioni da telegiornale estivo, eppure proprio di buonsenso si tratta nella maggior parte dei casi. Ecco qualche semplice indicazione da seguire per prevenire questa problematica.

  1. l’animale non va lasciato in macchina, mai, neanche con il finestrino un po’ abbassato (la temperatura può aumentare molto rapidamente, e magari noi non ce ne accorgiamo subito;
  2. niente passeggiata alle due del pomeriggio: come per noi, le ore più calde non sono l’ideale per la passeggiata, il giro in bicicletta che costringe il cane a un trotto veloce e sfiancante, i giochi sotto il sole diretto: sull’asfalto inoltre c’è il rischio di incorrere nell’ustione dei cuscinetti; meglio prediligere orari adatti anche alle nostre uscite, in mattinata o nel tardo pomeriggio o anche verso sera;
  3. l’animale non va lasciato in un recinto senza ombra: può sembrare banale ma anche il cane più rustico ha bisogno di uno spazio abbastanza ampio e ricco che gli permetta di trovare riparo quando ne ha bisogno!
  4. l’animale deve avere sempre a disposizione dell’acqua fresca e pulita: l’idratazione è importante perché durante la termoregolazione si perdono molti liquidi, più di quanti se ne assorbono normalmente quando la temperatura esterna è mite. Il cane aumenta la frequenza respiratoria per espellere calore con la lingua; per lui come per noi è quindi fondamentale non rimanere mai senza nelle ore calde! Per quanto riguarda il gatto, è ancora meno in gamba con la termoregolazione: non troverete un gatto con la lingua a penzoloni facilmente, se succede purtroppo non sta molto bene; al contrario, per un cane è normalissimo!
  5. Queste regole e ancora maggior premura sono fondamentali nei cani di razza brachicefali come carlini, bulldog inglese e bulldog francese. I brachicefali sono un po’ sfortunati: per loro il colpo di calore è dietro l’angolo anche con le prime avvisaglie di caldo, per il semplice fatto che sono sempre “in affanno” in modo parafisiologico, e abbiamo visto quanto sia importante il respiro per la termoregolazione!

 

Per sapere cosa fare se pensate che il vostro animale sia affetto da questa problematica eccovi un link utile.


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Il forasacchi, una volta raggiunta una sede anatomica, generalmente si comporta come un corpo estraneo che il sistema immunitario deve combattere.

Ecco come ci comportiamo a seconda della sede in cui lo troviamo nel nostro paziente:

  • NASO: in anestesia si procede a una rinoscopia (tecnica endoscopica che permette di visualizzare l’interno del naso con una videocamera) e una volta trovata la spighetta viene rimossa in tutte le sue parti con una pinza apposita.
  • OCCHIO: ci si avvale di un po’ di anestetico locale e di una pinza di piccole dimensioni, se il paziente è molto buono è una procedura rapida
  • ORECCHIO: in questo caso lo strumento che utilizziamo per visualizzare il forasacchi è l’otoscopio, e l’estrazione si fa con una pinza apposita; se il paziente si agita è consigliato ricorrere a una sedazione perché si rischierebbe di lesionare un’importante struttura limitrofa: il timpano!
  • SPAZI INTERDIGITALI, MUCOSE, CUTE: se il forasacchi è visibile si procede alla rimozione, ma è sempre utile esaminare la zona con l’ausilio dell’ecografo, perché a volte alcune porzioni rimangono in superficie e altre riescono a penetrare la cute in profondità e sono quelle che poi migrano diventando un vero e proprio corpo estraneo; la rimozione sotto diretta visione ecografica è molto utile, basti pensare che prima si doveva procedere alla cieca: molto meglio, no?
  • APPARATO RESPIRATORIO: in caso di tosse cronica, febbre persistente, o quando l’animale inizia a tossire proprio dopo una bella scampagnata, l’approccio consigliato è sempre l’endoscopia in anestesia generale andando a visualizzare l’albero bronchiale (broncoscopia). Talvolta purtroppo il forasacchi penetra nel polmone e in questi casi è spesso necessario ricorrere all’esplorazione chirurgica del torace.

 


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COME RIMUOVERE UNA ZECCA IN MODO SICURO

 

Se individuate sulla pelle vanno rimosse il prima possibile, perché più tempo passa e più è probabile che “rigurgitino” parte del loro pasto di sangue, infettando il malcapitato ospite.

La zecca è un piccolo parassita responsabile dell’infestazione nel cane e nel gatto e può trasmettere diverse malattie infettive principalmente di origine virale e batterica (babesiosi, rickettsiosi, anaplasmosi, malattia di Lyme…), alcune delle quali sono pericolose anche per l’uomo. Le zecche non saltano come le pulci, ma si appostano sul fogliame nelle stagioni più calde, in attesa che passi un ospite. A loro non “interessa” che sia l’ospite perfetto: spesso la zecca di una specie colpisce molte altre specie, e in questo modo le troviamo un po’ ovunque ci siano delle zone verdi, soprattutto alle nostre latitudini. Nelle stagioni calde è fondamentale usare dei repellenti soprattutto se i vostri animali hanno la fortuna di passeggiare dove l’erba è alta, in campagna, o magari anche nei boschi.

 COME SI FA:

  • procuratevi una pinzetta, se possibile non traumatica (in commercio ne esistono di specifiche), e una volta ben afferrata la zecca, tirate con delicatezza cercando di ruotarla leggermente; cercate di non schiacciarla;
  • la delicatezza è la chiave: con le maniere brusche potreste indurre un rigurgito, che è esattamente quello che stiamo cercando di evitare;
  • disinfettate accuratamente la zona lesa;
  • eliminate la zecca immergendola in alcol o bruciandola;
  • il rostro (l’apparato con cui si attacca e succhia il sangue) della zecca è rimasto incastrato nella cute? Bisogna rimuoverlo per evitare possibili infezioni, aiutandosi eventualmente con un ago sterile

COSA NON SI FA:

Tutto ciò che può indurre la zecca a rigurgitare è altamente sconsigliato: ad esempio usare del cotone imbibito di alcol, acetone, olio o altro; allo stesso modo, oggetti arroventati sono da evitare.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

Avete trovato una zecca sulla vostra pelle? Consultate il sito dell’Istituto Superiore di Sanità e informate il vostro medico di base.

 





DA SEMPRE, CON VOI




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Direttore Sanitario Dr. Giacomo Riva iscritto all’Ordine dei Veterinari di Parma al n° 487




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