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Che cos’è la tosse cardiaca?

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Vi è una credenza diffusa riguardo alla tosse come sintomo preciso di problema cardiaco: al riguardo bisogna fare una precisazione, perché non è esatto.

 

Il cuore malato, dilatandosi, occupando più spazio (lo si vede tramite diverse metodiche diagnostiche come la radiografia del torace o l’ecocardiografia) può andare a spingersi fino a comprimere trachea e bronchi. Se trachea e bronchi sono soggetti a condromalacia (ovvero una degenerazione della cartilagine nel tempo) allora e solo allora l’animale manifesterà questo sintomo!

 

Quindi è ancora corretto parlare di tosse cardiaca come sintomo principale? Assolutamente no!

Può essere un sintomo che compare insieme ad altri molto più importanti (a proposito trovate tutte le informazioni necessarie QUI). Questo fenomeno a carico della cartilagine, ad ogni modo, tendenzialmente colpisce le cosiddette razze condro-distrofiche, si tratta per lo più di cani di piccola taglia. Ecco che come sintomo diventa ancora più marginale!

 

Prestate attenzione al vostro animale sotto sforzo, al suo affaticamento, piuttosto.

Se Toby non riesce più a rincorrere la pallina come una volta e si sdraia quasi subito con 2 metri di lingua di fuori, è probabile che una visita possa essergli d’aiuto per escludere o identificare una patologia cardiaca!


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In questa stagione è molto frequente purtroppo il colpo di calore: colpisce sia cani che gatti, anche se di solito è più comune riscontrarlo nel cane che, in quanto “migliore amico” dell’uomo, tende a seguirlo ovunque e quindi a partecipare a gite che possono metterlo in condizioni di pericolo: passeggiate lunghe sotto il sole, viaggi in macchina senza aria condizionata, stazionamento in auto al sole il tempo di fare quattro passi, giri in bicicletta al guinzaglio senza la possibilità di fare una pausa e un’abbeverata e molto altro ancora.

Il colpo di calore è un’emergenza medica che se non viene trattata tempestivamente può portare rapidamente a morte il nostro amico a quattro zampe: conoscerne l’esistenza significa fare la differenza nel momento del bisogno!

Come riconoscere il colpo di calore

  • il cane è stato esposto a temperature elevate, non ha avuto acqua a disposizione, ombra e refrigerio a sufficienza per compensare l’aumento della temperatura corporea, o è un cane particolarmente sensibile a questa problematica (predisposizione di razza)
  • respira con affanno, bocca aperta e lingua a penzoloni
  • le mucose (occhio, gengiva) sono rosso scuro, color mattone, congeste
  • non riesce ad alzarsi, è molto debole, può perdere conoscenza

Predisposizioni individuali

Anche se può colpire tutte le taglie e tutte le razze, ci sono dei fattori che entrano in gioco oltre alla temperatura esterna: alcuni animali presentano delle predisposizioni individuali che li rendono più vulnerabili degli altri al colpo di calore ed è bene che ogni proprietario conosca le particolarità del suo amico peloso. Si parla in particolare di:

  • pazienti cardiopatici o con problemi respiratori, molto sensibili al calore
  • pazienti obesi e intolleranti all’esercizio fisico
  • pazienti con una situazione di dispnea parafisiologica come i cani brachicefali (razza bulldog, carlino)

Abbiamo a nostra disposizione una serie di accortezze che ci permettono di prevenire questa problematica: armatevi di buonsenso, acqua a volontà, ombra e tappetini refrigeranti… che l’estate abbia inizio per noi come per i nostri amici animali!

 

Per saperne di più:

5 modi per prevenire il colpo di calore

Sospetto un colpo di calore: cosa faccio?


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Il forasacchi o spiga è una parte dell’infiorescenza delle graminacee (ad esempio il grano), diffuse ovunque sul nostro territorio: lo troviamo in campagna e in città, nei campi, in bordo strada, può anche viaggiare con il vento… nella bella stagione diventa bello secco e decisamente più insidioso.

 

Rappresenta un rischio per i nostri animali in quanto la sua conformazione gli permette di infilarsi nel pelo e nella cute, e di risalire in una direzione unica: vanno sempre avanti! Per questo motivo è importante evitare che vadano a infilarsi nei vari pertugi, prima che determinino dei problemi più seri.

Solitamente si rinviene a livello di naso (cane di taglia medio-grande), occhi, sottocute, spazi interdigitali, orecchie, prepuzio, vulva, regione perianale: può rimanere “incastrato” in sede e dare infezione (ascesso con eventuale fistola), oppure spostarsi, da qui la definizione più conosciuta di “corpo estraneo migrante”. In alcuni casi, purtroppo, può essere inalato, e andare direttamente dalla trachea ai bronchi polmonari: un bel problema!

A questo LINK trovate un breve video esplicativo.

Per saperne di più:


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Attenzione ai sintomi

Il vostro cane presenta starnuti, sanguinamento o scolo purulento dalle narici (solitamente unilaterale), scuotimento della testa (fastidio all’orecchio), tossisce (anche espettorando del muco sanguinolento o purulento), può avere l’occhio gonfio, può zoppicare, può anche solo stare male, avere febbre, non mangiare con appetito. Prestategli sempre un occhio di riguardo!

E il gatto? anche il nostro amico felino può avere qualche problema con le spighette, in particolare spesso le troviamo a livello dell’occhio e dell’orecchio.

Cosa fare se trovo un forasacco?

Eliminate esclusivamente quelli superficiali che trovate sul pelo, se si trovano nelle orecchie o nel naso nel tentativo di rimuoverli è possibile farli avanzare ancora più in profondità: a questo punto diventa molto rischioso intervenire ed è meglio se entra in gioco il veterinario.

Come prevenire questo rischio?

Se potete evitate le zone in cui non viene tagliata l’erba regolarmente durante la bella stagione, anche se sappiamo come i prati a perdita d’occhio siano invitanti per noi e per i nostri animali. Tagliate regolarmente l’erba del giardino se lo possedete, soprattutto se tende a seccarsi d’estate. Spazzolate regolarmente il pelo dopo i giretti in modo da individuare i forasacchi prima possibile.

Pelo lungo, orecchie lunghe: insidie in agguato?

Sono effettivamente delle predisposizioni che favoriscono la risalita del forasacchi: il pelo lungo va toelettato minuziosamente, mentre per le orecchie può essere utile utilizzare una fascia apposita in modo che non tocchino a terra (si trovano in commercio sotto il termine di paraorecchie).

E se il cane inizia a tossire subito dopo una corsa sfrenata in campagna?

Spesso questa problematica insorge nei cani da caccia: correndo a perdifiato, il cane inala i forasacchi anche dalla bocca e passano direttamente in trachea. In questo caso si esegue una broncoscopia prima possibile per rimuovere prontamente il corpo estraneo ed evitare ulteriori danni.

 

Troverete maggiori informazioni sul forasacchi qui.


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Per sua conformazione tende a conficcarsi o ad avanzare in un’unica direzione, creando anche dei tragitti fistolosi imprevedibili! Il forasacchi, una volta raggiunta una sede anatomica, generalmente si comporta come un corpo estraneo che il sistema immunitario deve combattere: il risultato è una infezione con produzione di pus. L’infezione è dovuta al fatto che la spiga è difficile da distruggere e permane per molto tempo, fino a quando la raccolta purulenta diventa tale da cercare una via d’uscita dall’organismo. A questo punto si crea una cosiddetta fistola: trovare un foro da cui esce pus sulla cute del vostro animale deve essere un campanello d’allarme che vi farà portare a visita dal veterinario per capire cosa c’è sotto.

Quali sono le sedi più frequenti?

  • naso
  • occhio
  • orecchio
  • gengive
  • sottocute (spazi interdigitali, vulva, prepuzio, regione perianale)
  • apparato respiratorio (la spiga viene inalata e arriva direttamente nell’albero respiratorio)

Quando sospettare la presenza di un forasacchi?

  • in caso di fistole o comunque neoformazioni/aree gonfie della cute che non rispondono a una terapia topica
  • in caso di scarso appetito, peggioramento delle condizioni generali, febbre persistente
  • in caso di starnuti repentini e ingravescenti
  • in caso di tosse cronica (a maggior ragione se il cane ha la possibilità di correre liberamente nei campi, come ad esempio un cane che vive in campagna o un cane da caccia)

La diversità di sede porta a sintomi estremamente variabili, se avete il dubbio perché sapete che il vostro cane è stato esposto alla presenza dei forasacchi non esitate a contattare il veterinario, nel frattempo qui troverete una panoramica della gestione clinica dei casi più tipici.


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Profilassi stagionale: è tempo di proteggerli

Siamo ormai a maggio inoltrato! Le giornate luminose sui prati verdeggianti e queste temperature più miti ci devono ricordare che è il momento di iniziare la profilassi per tutti quei parassiti che rappresentano un pericolo stagionale per i nostri amici animali, in modo da poter passare del tempo in compagnia all’aperto in totale sicurezza.

Quali? I principali sono pulci, zecche, acari, zanzare e pappataci (conosciuti anche come flebotomi). Sono tutti vettori di malattie infettive per i nostri animali domestici. Proteggere i vostri animali significa anche proteggere indirettamente quelli degli altri, e le persone! Nell’ambito di una visione “unica” della nostra salute e di quella dei nostri animali, l’ideale sarebbe prevenire l’incontro fra il parassita e il malcapitato ospite in modo da spezzare la catena: a questo fine, si associa spesso ai vari principi attivi “parassiticidi” un effetto repellente. La sua efficacia è davvero importante nella lotta alle malattie trasmesse dai parassiti!

Se volete saperne di più:

  1. Pulci, zecche, acari
  2. Zanzare (filariosi cardiopolmonare)
  3. Pappataci (leishmaniosi canina)

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Un cane cardiopatico non ha una spada di Damocle che gli pende sulla testa, tuttavia non può essere trattato come un cane sano. Alcune accortezze potrebbero allungare di molto il suo passaggio sulla terra! Vediamole insieme.

 

  • moderata e costante attività fisica: senza accelerate, salti e corse, delle passeggiate brevi e frequenti lo manterranno in salute dal punto di vista sportivo; un animale che non si muove mai, che conduce uno stile di vita troppo sedentario, finirà per andare incontro a uno scompenso anche solo alzandosi per salutarvi o per saltare sul divano!
  • pesoforma: un cane obeso è soggetto a maggiori rischi: è come andare sempre in giro con uno zaino da montagna carico di cianfrusaglie: lo sforzo da fare anche solo per un giretto diventa notevole, no?! Parlate col vostro veterinario per una dieta, oppure cercate in commercio un alimento adatto in modo da razionare le sue porzioni quotidiane e rimetterlo in forma gradualmente in modo sicuro.
  • rispettate i controlli dal veterinario: se vi viene consigliata una cadenza semestrale, non saltate l’appuntamento solo perchè “lo vedete bene”, vale sempre la pena di farlo vedere da un professionista! Alcuni sintomi subdoli per il proprietario sono pane quotidiano per il medico veterinario.
  • rispettate la posologia dei farmaci: come dicevo in un altro articolo, la terapia cardiologica è come un abito su misura; se avete difficoltà a somministrare una pastiglia comunicatelo apertamente al vostro cardiologo che vi mostrerà il modo più efficace per somministrarla oppure quando possibile vi offrirà un’alternativa valida (punture, sciroppi). In questa patologia è fondamentale la costanza per non rischiare di andare incontro a un evento acuto.

Non scordate vaccinazioni e profilassi: un cardiopatico è un paziente che se si ammala (di leptospirosi, di polmonite, di laringite, di gastroenterite per fare qualche esempio) è sempre più a rischio di un soggetto sano. Preservare quando si può la sua salute almeno per quelle malattie contro le quali abbiamo delle valide cartucce è quindi fondamentale!


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Posso uscire con il mio cucciolo di cane prima di averlo completamente vaccinato?

Questa domanda è tra le più frequenti durante la prima visita medica: perché, se è così importante farli socializzare, il mio veterinario mi sconsiglia di farlo? Sarà così importante questo vaccino?

Le malattie infettive sono numerosissime, molte fortunatamente non sono mortali, ma altre invece sì, in particolare nei primi mesi di vita. Contro di esse abbiamo un’unica arma veramente efficace ed è il vaccino. I cuccioli sono inizialmente protetti dal colostro della mamma, ma questa immunità  diminuisce in qualche settimana, ed espone il cucciolo che è particolarmente sensibile in particolare alla gastroenterite da parvovirus.

Dobbiamo mettere sul piatto della bilancia la salute e la socializzazione: è fondamentale, senza dubbio, preservare la loro sicurezza. Se desiderate assicurarvi una buona socializzazione, le soluzione sono molteplici:

  • adottate/comprate un cane che abbia passato il giusto tempo in compagnia della madre e dei fratelli: non prima dei 60 giorni e possibilmente anche un po’ di più
  • fatelo socializzare con adulti di cui conoscete lo stato di salute e la regolare vaccinazione/profilassi

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5 COSE DA SAPERE SULLA TOXOPLASMOSI

La toxoplasmosi è una zoonosi  tra le più diffuse al mondo ed è causata da un microrganismo che può infettare molte specie animali: un vero opportunista! Questo piccolo parassita va a “incistarsi” nei vari tessuti e poi rimane lì senza fare danni per il resto della vita dell’ospite, a meno che quest’ultimo non sviluppi una grave compromissione del sistema immunitario. Dove va a “nascondersi”? Ovunque: muscoli, polmoni, cervello, fegato, tratto gastro-enterico. Viene poi disseminato nell’ambiente con le feci del gatto infetto, che rappresentano fonte di infezione per tutti gli altri animali (in particolare gli erbivori), e il suo “serbatoio ambientale”, l’animale attraverso cui continua a poter infettare il gatto, è rappresentato dal topo.

Sono incinta, devo dare via il mio gatto?

Quante volte ai veterinari viene posta questa domanda! La risposta, come capirete leggendo questi 5 punti chiave, è chiaramente negativa: con le dovute accortezze, il nostro amato felino domestico rappresenta un rischio che nel tempo, purtroppo, è sempre stato sovradimensionato.

1. IL TOXOPLASMA SI TROVA NELLA CARNE CRUDA O POCO COTTA E NELLA VERDURA CONTAMINATA NON ACCURATAMENTE LAVATA

Il toxoplasma viene trasmesso da un animale all’altro (incluso l’uomo) attraverso l’alimentazione con carne infetta, o ingestione di frutta e verdura dell’orto che non sia stava accuratamente lavata sotto l’acqua corrente (qui il rischio è rappresentato dalla possibile presenza di feci di gatto contententi il Toxoplasma). Solitamente, gli erbivori si infettano con la contaminazione del terreno e dei mangimi, mentre i carnivori mangiando la carne cruda degli animali infetti: un bel circolo vizioso!

2. PRESA UNA VOLTA, LA TOXOPLASMOSI NON SI PRENDE PIÙ

Il soggetto che contrae una toxoplasmosi resta protetto per tutta la vita, e questo vale sia per gli animali che per l’uomo. Solo negli individui con gravi carenze nelle difese immunitarie il microrganismo può tornare aggressivo. Questo significa anche che il vostro gatto, se si è ammalato di toxoplasmosi qualche anno fa, non potrà mai più trasmettervela.

3. LA TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA RAPPRESENTA UN PERICOLO PER IL FETO

Le donne incinte vengono attentamente controllate, se negative al primo controllo, durante tutto il corso della gravidanza: non esiste un vaccino, bisogna quindi adottare una serie di comportamenti igienici per ridurre il rischio di ammalarsi in questo momento delicato.
I consigli sono di:

  • lavare accuratamente frutta e verdura sotto abbondante acqua corrente e se possibile cuocerla o eliminare la buccia
  • maneggiare carne cruda o poco cotta con cautela, usando dei guanti o lavandosi accuratamente le mani subito dopo
  • la carne va mangiata esclusivamente ben cotta
  • chiedere ad altri familiari di pulire le lettiere dei gatti, anche se il rischio in questo caso è presente solo se le feci rimangono in lettiera più di 2-3 giorni (necessitano di temperatura e umidità elevate per diventare pericolose); se non è possibile, usare dei guanti o lavare accuratamente le mani subito dopo
  • limitare giardinaggio nell’orto o usare delle precauzioni, ad ogni modo evitare di toccarsi viso, occhi e bocca senza essersi lavate le mani

Siamo ancora convinti che il nostro amico gatto domestico sia il nemico numero uno? E se vi dicessi che è una malattia professionale per chi lavora nell’industria della carne (macello, sezionamento), dove i gatti non entrano?

4. LA TOXOPLASMOSI È UNA MALATTIA DEL GATTO, MA… TUTTI SI AMMALANO, POCHI NE SOFFRONO

La toxoplasmosi è raramente sintomatica, per questo motivo è così diffusa fra gli animali domestici; le forme più gravi sono legate alla trasmissione madre-feto durante la gravidanza.
I gattini infettati in utero possono mostrare segni di infezione dopo la nascita e le infezioni prenatali dei gattini sono spesso fatali.

E il gatto adulto? Non è chiaro ancora, ma si presume che l’immunosoppressione da patogeni virali come FIV e FeLV possa essere un fattore chiave. I gatti in questo caso mostrano segni di infezione sistemica (febbre, anoressia, dolori addominali, dispnea, infiammazione oculare, disturbi nervosi); a volte possono avere diarrea, in concomitanza con l’eliminazione del parassita.

5. IL CANE NON TRASMETTE MAI LA TOXOPLASMOSI MA… PUÒ SOFFRIRNE

A meno che non desideriate mangiare il vostro cane, le probabilità che vi infetti con questo parassita sono pari a zero. Occasionalmente, i cani infettati possono presentare una forma acuta con segni neuromuscolari.

 

 

Per saperne di più:

Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità
Le linee guida ESCCAP





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