La panleucopenia è una malattia del gatto spesso ad esito fatale: evitiamola con il vaccino!!
La panleucopenia è una malattia del gatto spesso ad esito fatale: evitiamola con il vaccino!!
Ci sono delle sostanze neurotossiche, appartenenti a una classe di pesticidi, che il gatto non è in grado di tollerare bene come il cane: si tratta di piretrine e piretroidi. In particolare, alcune pipette di antiparassitari esterni a base di permetrina sono responsabili di questa intossicazione.
Le situazioni sono due: il proprietario non correttamente informato somministra il farmaco sbagliato al gatto, oppure il gatto vive con dei cani e viene in contatto con questo tossico in maniera indiretta (leccando il mantello del suo amico, ad esempio).
Ipersalivazione, vomito, diarrea, midriasi (dilatazione delle pupille), incapacità a mantenere la stazione quadrupedale, ipereccitabilità, tremori e convulsioni tonico-cloniche. Questa sintomatologia è tanto più grave tanto maggiore è la quantità di prodotto a cui è stato esposto il gatto. Può essere mortale!
Fondamentale agire in tempi brevi per limitare l’assorbimento di questo tossico: il veterinario provvederà a lavare la cute e a somministrare un farmaco in grado di limitare l’assorbimento. Solo in alcuni casi si rende necessario l’uso di farmaci antiepilettici.
In questo modo la maggior parte dei pazienti si riprende in tempi abbastanza rapidi con un ricovero in clinica di due o tre giorni, senza riportare ripercussioni sul lungo termine. La parola d’ordine è tempestività!
Non somministriamo mai, per nessun motivo, dei farmaci a un animale senza aver consultato un veterinario, che è competente in materia e conosce le diverse sensibilità di specie. Infine, se abbiamo dei compagni canini e felini in casa, cerchiamo di tenerli lontani subito dopo la somministrazione delle pipette, per circa 24 ore: i rischi di intossicazione saranno molto più bassi anche se il gatto farà un’accurata pulizia del suo amico cane.
Staphylococcus aureus è un agente patogeno contagioso ed è considerato uno dei più importanti agenti di mastite per il suo notevole impatto economico nell’allevamento di bovine da latte.
Infatti, è in grado di determinare profonde infezioni del tessuto mammario che spesso esitano in una notevole riduzione della produzione lattea.
Come si presenta una mastite da S. aureus?
La più comune tipologia di infezione è la mastite cronica subclinica, che richiede la valutazione della SCC per poter essere identificata.
Tuttavia, ciò che ne complica l’identificazione è l’andamento altalenante della SCC dovuto all’eliminazione intermittente del microrganismo.
Oltre a mastiti subcliniche, S. aureus può causare mastite clinica di entità variabile da lieve a grave e alcuni ceppi altamente patogeni possono occasionalmente causare mastiti gangrenose.
Fonti di infezione
S.aureus si comporta come un classico agente di mastite contagioso: si trasmette quando i capezzoli di bovine sane entrano in contatto con latte infetto che spesso origina da mammelle di bovine con mastite subclinica. Quindi uno dei momenti critici per la trasmissione è la mungitura.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi eziologica avviene tramite l’esame batteriologico dei campioni di latte ottenuti da quarti con sospetta infezione.
Per una corretta crescita e identificazione del batterio sono necessari specifici terreni di coltura e appositi test che permettono di differenziare S. aureus da altri Stafilococchi.
Poiché l’eliminazione del microrganismo è intermittente, sono necessari campionamenti multipli in modo tale da evitare falsi negativi.
Trattamento
Nessuno dei casi di mastite da S.aureus guarisce spontaneamente.
Le percentuali di guarigione in seguito a trattamento antibiotico sono basse e per tale motivo risulta fondamentale consultare il proprio veterinario per decidere se iniziare o meno un trattamento.
Per le bovine che non rispondono al trattamento è opportuno considerare l’isolamento o la riforma.
Inoltre, è importante sottolineare che una bovina trattata va gestita con cautela perché potenzialmente contagiosa. Infatti, subito dopo il trattamento può esserci un rapido calo della SCC ma dopo alcuni mesi S. aureus può riprendere la crescita, determinando nuovamente il rialzo della SCC.
Prevenzione e controllo della mastite da S.aureus: 6 punti chiave
Ricapitolando…
Autore: Dr. Centonze Giovanni
Direttore Sanitario Dr. Giacomo Riva iscritto all’Ordine dei Veterinari di Parma al n° 487 Copyright Centro Veterinario San Martino 2018. Tutti i diritti riservati. P.IVA: 02782610345
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