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Leishmaniosi: 5 cose da sapere

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07/Ott/2022

1. Come si trasmette?

La leishmaniosi è una grave malattia causata da un parassita (leishmania infantum) trasmesso con la puntura di insetti chiamati flebotomi o pappataci. Si tratta di piccoli insetti ematofagi di colore giallo-marrone, simili alle zanzare, che si attivano durante le ore serali e che si muovono silenziosamente, senza emettere ronzii, grazie alla peluria presente sul loro corpo.

Perché avvenga la trasmissione della malattia, il flebotomo deve pungere un cane infetto, assumere il parassita e iniettarlo in altri cani quando punge nuovamente.

Oltre al cane, la leishmaniosi può essere trasmessa anche all’uomo ed occasionalmente ad altri animali come gatti, bovini e cavalli.

2. Quali sono le zone a rischio?

In Italia, fino a qualche anno fa, la leishmaniosi era considerata endemica nelle aree costiere del Centro-Sud, in Liguria e nelle isole. A seguito dei recenti cambiamenti climatici e della sempre più frequente movimentazione di cani infetti tra paesi e regioni, sono comparsi focolai di malattia in tutta la penisola, comprese le zone collinari di Marche ed Emilia Romagna e le regioni del Nord Italia.

3. Quali sono i sintomi della leishmaniosi nel cane?

Il periodo di incubazione della leishmaniosi può variare da alcuni mesi fino ad anni. Fra le manifestazioni cliniche più frequenti si possono osservare: 

  • Letargia
  • Dimagrimento
  • Dermatite desquamativa e alopecia in diverse zone del corpo
  • Epistassi (perdita di sangue dal naso)
  • Onicogrifosi (crescita accelerata delle unghie)
  • Lesioni oculari
  • Dolori articolari
  • Linfoadenopatia con ingrossamento dei linfonodi

Il decorso della malattia è estremamente variabile e dipende dalla risposta immunitaria dei soggetti colpiti. Nel medio-lungo periodo, a causa di un processo infiammatorio che colpisce il glomerulo renale, i cani affetti da leishmaniosi sviluppano una insufficienza renale cronica, che rappresenta la causa più frequente di decesso. 

5. Come si può prevenire?

In assenza di una cura risolutiva della malattia, che spesso si protrae per tutta la vita dell’animale, la prevenzione della leishmaniosi rappresenta un intervento estremamente importante. 

Lo schema di profilassi della leishmaniosi prevede l’azione combinata di repellenza e vaccinazione. 

Repellenza:

la prima forma di prevenzione è la protezione del cane dalla puntura del pappatacio mediante l’utilizzo di antiparassitari (spray/collari/spot-on) che abbiano un’azione repellente nei confronti di questo insetto. I principi attivi più utilizzati sono i piretroidi (come deltametrina e permetrina). Il periodo di applicazione può essere limitato al periodo di attività dei pappataci, che in Italia inizia a maggio e termina da settembre a novembre in base del clima della regione geografica.

Vaccino:

il vaccino contro la leishmaniosi non impedisce il contagio ma protegge il cane dall’interno stimolando la risposta immunitaria e, nel caso in cui l’infezione avvenga, riduce la gravità della malattia. Il ciclo vaccinale prevede una prima singola dose di vaccino, a partire dai 6 mesi di vita, che conferirà protezione verso la malattia 4 settimane dopo la somministrazione per la durata di un anno.

 

Nella cura, ma soprattutto nella prevenzione di questa grave malattia, il confronto tra proprietario e veterinario è determinante: rivolgiti al tuo veterinario sia per consigli sulla scelta dei prodotti più adeguati che per ricevere informazioni sui progressi delle strategie di lotta alla leishmaniosi, come il vaccino.


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Profilassi stagionale: è tempo di proteggerli

Siamo ormai a maggio inoltrato! Le giornate luminose sui prati verdeggianti e queste temperature più miti ci devono ricordare che è il momento di iniziare la profilassi per tutti quei parassiti che rappresentano un pericolo stagionale per i nostri amici animali, in modo da poter passare del tempo in compagnia all’aperto in totale sicurezza.

Quali? I principali sono pulci, zecche, acari, zanzare e pappataci (conosciuti anche come flebotomi). Sono tutti vettori di malattie infettive per i nostri animali domestici. Proteggere i vostri animali significa anche proteggere indirettamente quelli degli altri, e le persone! Nell’ambito di una visione “unica” della nostra salute e di quella dei nostri animali, l’ideale sarebbe prevenire l’incontro fra il parassita e il malcapitato ospite in modo da spezzare la catena: a questo fine, si associa spesso ai vari principi attivi “parassiticidi” un effetto repellente. La sua efficacia è davvero importante nella lotta alle malattie trasmesse dai parassiti!

Se volete saperne di più:

  1. Pulci, zecche, acari
  2. Zanzare (filariosi cardiopolmonare)
  3. Pappataci (leishmaniosi canina)

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5 COSE DA SAPERE SULLA TOXOPLASMOSI

La toxoplasmosi è una zoonosi  tra le più diffuse al mondo ed è causata da un microrganismo che può infettare molte specie animali: un vero opportunista! Questo piccolo parassita va a “incistarsi” nei vari tessuti e poi rimane lì senza fare danni per il resto della vita dell’ospite, a meno che quest’ultimo non sviluppi una grave compromissione del sistema immunitario. Dove va a “nascondersi”? Ovunque: muscoli, polmoni, cervello, fegato, tratto gastro-enterico. Viene poi disseminato nell’ambiente con le feci del gatto infetto, che rappresentano fonte di infezione per tutti gli altri animali (in particolare gli erbivori), e il suo “serbatoio ambientale”, l’animale attraverso cui continua a poter infettare il gatto, è rappresentato dal topo.

Sono incinta, devo dare via il mio gatto?

Quante volte ai veterinari viene posta questa domanda! La risposta, come capirete leggendo questi 5 punti chiave, è chiaramente negativa: con le dovute accortezze, il nostro amato felino domestico rappresenta un rischio che nel tempo, purtroppo, è sempre stato sovradimensionato.

1. IL TOXOPLASMA SI TROVA NELLA CARNE CRUDA O POCO COTTA E NELLA VERDURA CONTAMINATA NON ACCURATAMENTE LAVATA

Il toxoplasma viene trasmesso da un animale all’altro (incluso l’uomo) attraverso l’alimentazione con carne infetta, o ingestione di frutta e verdura dell’orto che non sia stava accuratamente lavata sotto l’acqua corrente (qui il rischio è rappresentato dalla possibile presenza di feci di gatto contententi il Toxoplasma). Solitamente, gli erbivori si infettano con la contaminazione del terreno e dei mangimi, mentre i carnivori mangiando la carne cruda degli animali infetti: un bel circolo vizioso!

2. PRESA UNA VOLTA, LA TOXOPLASMOSI NON SI PRENDE PIÙ

Il soggetto che contrae una toxoplasmosi resta protetto per tutta la vita, e questo vale sia per gli animali che per l’uomo. Solo negli individui con gravi carenze nelle difese immunitarie il microrganismo può tornare aggressivo. Questo significa anche che il vostro gatto, se si è ammalato di toxoplasmosi qualche anno fa, non potrà mai più trasmettervela.

3. LA TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA RAPPRESENTA UN PERICOLO PER IL FETO

Le donne incinte vengono attentamente controllate, se negative al primo controllo, durante tutto il corso della gravidanza: non esiste un vaccino, bisogna quindi adottare una serie di comportamenti igienici per ridurre il rischio di ammalarsi in questo momento delicato.
I consigli sono di:

  • lavare accuratamente frutta e verdura sotto abbondante acqua corrente e se possibile cuocerla o eliminare la buccia
  • maneggiare carne cruda o poco cotta con cautela, usando dei guanti o lavandosi accuratamente le mani subito dopo
  • la carne va mangiata esclusivamente ben cotta
  • chiedere ad altri familiari di pulire le lettiere dei gatti, anche se il rischio in questo caso è presente solo se le feci rimangono in lettiera più di 2-3 giorni (necessitano di temperatura e umidità elevate per diventare pericolose); se non è possibile, usare dei guanti o lavare accuratamente le mani subito dopo
  • limitare giardinaggio nell’orto o usare delle precauzioni, ad ogni modo evitare di toccarsi viso, occhi e bocca senza essersi lavate le mani

Siamo ancora convinti che il nostro amico gatto domestico sia il nemico numero uno? E se vi dicessi che è una malattia professionale per chi lavora nell’industria della carne (macello, sezionamento), dove i gatti non entrano?

4. LA TOXOPLASMOSI È UNA MALATTIA DEL GATTO, MA… TUTTI SI AMMALANO, POCHI NE SOFFRONO

La toxoplasmosi è raramente sintomatica, per questo motivo è così diffusa fra gli animali domestici; le forme più gravi sono legate alla trasmissione madre-feto durante la gravidanza.
I gattini infettati in utero possono mostrare segni di infezione dopo la nascita e le infezioni prenatali dei gattini sono spesso fatali.

E il gatto adulto? Non è chiaro ancora, ma si presume che l’immunosoppressione da patogeni virali come FIV e FeLV possa essere un fattore chiave. I gatti in questo caso mostrano segni di infezione sistemica (febbre, anoressia, dolori addominali, dispnea, infiammazione oculare, disturbi nervosi); a volte possono avere diarrea, in concomitanza con l’eliminazione del parassita.

5. IL CANE NON TRASMETTE MAI LA TOXOPLASMOSI MA… PUÒ SOFFRIRNE

A meno che non desideriate mangiare il vostro cane, le probabilità che vi infetti con questo parassita sono pari a zero. Occasionalmente, i cani infettati possono presentare una forma acuta con segni neuromuscolari.

 

 

Per saperne di più:

Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità
Le linee guida ESCCAP


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COME RIMUOVERE UNA ZECCA IN MODO SICURO

 

Se individuate sulla pelle vanno rimosse il prima possibile, perché più tempo passa e più è probabile che “rigurgitino” parte del loro pasto di sangue, infettando il malcapitato ospite.

La zecca è un piccolo parassita responsabile dell’infestazione nel cane e nel gatto e può trasmettere diverse malattie infettive principalmente di origine virale e batterica (babesiosi, rickettsiosi, anaplasmosi, malattia di Lyme…), alcune delle quali sono pericolose anche per l’uomo. Le zecche non saltano come le pulci, ma si appostano sul fogliame nelle stagioni più calde, in attesa che passi un ospite. A loro non “interessa” che sia l’ospite perfetto: spesso la zecca di una specie colpisce molte altre specie, e in questo modo le troviamo un po’ ovunque ci siano delle zone verdi, soprattutto alle nostre latitudini. Nelle stagioni calde è fondamentale usare dei repellenti soprattutto se i vostri animali hanno la fortuna di passeggiare dove l’erba è alta, in campagna, o magari anche nei boschi.

 COME SI FA:

  • procuratevi una pinzetta, se possibile non traumatica (in commercio ne esistono di specifiche), e una volta ben afferrata la zecca, tirate con delicatezza cercando di ruotarla leggermente; cercate di non schiacciarla;
  • la delicatezza è la chiave: con le maniere brusche potreste indurre un rigurgito, che è esattamente quello che stiamo cercando di evitare;
  • disinfettate accuratamente la zona lesa;
  • eliminate la zecca immergendola in alcol o bruciandola;
  • il rostro (l’apparato con cui si attacca e succhia il sangue) della zecca è rimasto incastrato nella cute? Bisogna rimuoverlo per evitare possibili infezioni, aiutandosi eventualmente con un ago sterile

COSA NON SI FA:

Tutto ciò che può indurre la zecca a rigurgitare è altamente sconsigliato: ad esempio usare del cotone imbibito di alcol, acetone, olio o altro; allo stesso modo, oggetti arroventati sono da evitare.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

Avete trovato una zecca sulla vostra pelle? Consultate il sito dell’Istituto Superiore di Sanità e informate il vostro medico di base.

 


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LA LEISHMANIOSI CANINA

I pappataci o flebotomi trasmettono la leishmaniosi, una malattia cronica e ingravescente dalla quale l’animale fa fatica a guarire; con l’aiuto di una terapia lunga e complessa dal punto di vista gestionale è possibile mitigarne i sintomi nella maggior parte dei casi. Colpisce prevalentemente i cani, ma si tratta di una zoonosi (una malattia che colpisce anche l’uomo).

PREVENZIONE

L’ideale, se si vive in una zona a rischio, è mettere in atto tutte le misure di prevenzione a disposizione:

  • tenere il cane in casa di notte, i pappataci si nutrono all’alba e al tramonto
  • usare dei repellenti come collare o spot on, sono più efficaci degli spray
  • vaccinare il cane contro la leishmania

TRATTAMENTO

La leishmaniosi è una malattia cronica che richiede una terapia lunga, complessa, relativamente onerosa, in cui si è sempre sul “chi va là”, con numerosi controlli per verificare l’andamento e intervenire tempestivamente quando necessario. Non sempre la prima terapia che si sceglie è quella efficace: i fattori in gioco sono molti, e sarà cura del veterinario aggiustare il tiro di volta in volta anche in funzione di come risponde il soggetto.
In questo caso è senza dubbio meglio prevenire che curare, ma quando purtroppo qualcosa va storto, bisogna sapere che molti cani con la leishmaniosi conducono una vita di tutto rispetto per molti anni: è chiaro che si rende necessaria una grande collaborazione reciproca fra proprietario e veterinario per il bene del paziente, che ripone tutta la sua fiducia nelle “nostre” mani!

APPROFONDIMENTO

Per saperne di più sulla leishmaniosi umana consultate il sito dell’Istituto Superiore di Sanità.


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5 COSE DA SAPERE SULLE PULCI

Le pulci sono dei piccoli parassiti responsabili dell’infestazione dei nostri animali domestici e anche della dermatite allergica da pulci (DAP).

  1. SI COMPORTANO COME DEI… VAMPIRI

La pulce adulta non sopravvive più di qualche giorno senza fare un pasto di sangue; una volta trovato il suo ospite ideale è probabile che rimanga con lui fino alla fine! Inoltre, ogni giorno sottrae fino a 14-15 microlitri di sangue: è poco? Sì, pochissimo, ma in corso di infestazioni massive può portare l’animale a soffrire di anemia.
Agli stadi precoci, invece, quando è ancora una piccola larva, teme la luce: i tappeti, i divani, i letti sono un ottimo rifugio.

  1. SONO PICCOLE, SI VEDONO AD OCCHIO NUDO, MA SI RICONOSCONO perché LASCIANO TRACCE “INDELEBILI”

Le pulci sono molto piccole, ma visibili ad occhio nudo: a volte si vedono camminare sulla cute degli animali, tuttavia nella maggior parte dei casi si pensa a una pulicosi (ovvero l’infestazione da pulci) quando si possono osservare dei puntini neri sul pelo dell’animale.

A questo punto, è sufficiente raccogliere questi puntini con un pettinino e farli cadere su un pezzo di carta assorbente leggermente inumidito: se rilasciano un alone marrone rossastro quando li schiacciate, si tratta degli escrementi lasciati da questi “simpatici” parassiti.

  1. “IBERNANO” FINO A 6 MESI

Quando le larve di pulce formano un bozzolo, chiamato pupaio, si trasformano in pupa e possono rimanere in questa forma perfettamente vitale anche per 6 mesi! Una discreta rivincita sull’adulto, e un bel grattacapo per noi che dobbiamo eliminarle completamente dall’ambiente domestico quando scopriamo questo sgradito coinquilino nascosto.

  1. LA PUNTA DELL’ICEBERG: SOLO IL 5% DELLE PULCI SI TROVA SULL’ANIMALE

Il ciclo vitale della pulce prevede degli stadi di sviluppo (uovo, larva) ambientali, e nella popolazione questi rappresentano quasi la totalità dei soggetti! Inoltre, nelle nostre case trovano la temperatura ideale per proliferare tutto l’anno. Ecco perché in caso di infestazione è fondamentale agire su più fronti:

  • lavare a 60°C e stendere al sole cucce, copridivani e tutti i tessili a cui hanno accesso gli animali;
  • dopo una accurata rimozione con aspirapolvere, spruzzare tutti i tessili con prodotti in grado di debellare le forme giovanili;
  • trattare tutti gli animali che vivono in casa in maniera continuativa;
  • verificare con il veterinario se persistono possibili fonti di contagio (canili, allevamenti, animali da caccia) in modo da valutare il rischio di reinfestazione;
  1. SONO PORTATRICI SANE DI MALATTIE

Le pulci dei nostri animali, purtroppo, possono trasmettere alcune malattie infettive come l’emobartonellosi conosciuta come malattia da graffio del gatto e la dipylidiosi, data da un parassita intestinale che solitamente colpisce il cane. Entrambe queste malattie possono essere trasmesse all’uomo: proteggere la salute di tutti equivale a spezzare tutti gli anelli conosciuti di questa catena.

 





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