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Processionaria

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07/Apr/2023


Le specie di processionaria maggiormente conosciute e diffuse in Italia sono Thaumetopoea pityocampa  (o processionaria del pino) e Thaumetopoea processionea  (o processionaria della quercia).

Gli esemplari giovani di processionaria del pino si presentano come larve – di lunghezza compresa fra i 3 e i 4 centimetri – il cui corpo è ricoperto da una serie di peli urticanti.

Il termine “processionaria” deriva dalla fila indiana che le larve formano una volta scese sul terreno per cibarsi di foglie.

Entrando nella fase adulta, la processionaria subisce una metamorfosi e si trasforma in una sorta di falena, la cui vita è piuttosto breve (pochi giorni).

 

Ciclo vitale della processionaria:

Durante i mesi estivi (giugno – luglio) gli esemplari adulti di processionaria emergono dal terreno. Poco tempo dopo, le femmine cercano le piante adatte per deporre le uova (nel caso della processionaria del pino, le femmine prediligeranno i pini; mentre nel caso della processionaria della quercia, le femmine opteranno per le querce).

Una volta individuata la pianta giusta e scelto il ramo, in seguito alla fecondazione, le femmine depongono le uova in un unico ammasso che ne può contenere fino a 300. Generalmente, la deposizione avviene verso la fine di agosto.

Dopo un periodo di circa quattro settimane, le uova si schiudono dando origine alle larve di processionaria. Fin dalla nascita, queste larve sono estremamente voraci e sono in grado di nutrirsi delle foglie della pianta su cui sono nate (nel caso dei pini, si ciberanno pertanto dei loro aghi).

Nei primi periodi, le larve si spostano di ramo in ramo alla continua ricerca di nuove foglie per il loro nutrimento, vivendo all’interno di nidi provvisori.

Con l’avvicinarsi dell’autunno, verso il mese di ottobre, gli esemplari giovani di processionaria iniziano a costruire il caratteristico nido sericeo, all’interno del quale affronteranno l’inverno.

In primavera, terminati i mesi più freddi, le larve riprendono la loro attività e, generalmente verso fine aprile – inizio maggio, scendono dall’albero alla ricerca del luogo adatto per la metamorfosi. Una volta individuato il luogo, le larve si interrano ad una profondità di circa 10-15 centimetri e qui trascorreranno qualche mese allo stato di crisalide. In alcuni casi, tale stato può prolungarsi addirittura per 5-7 anni. Gli esemplari adulti emergeranno dal terreno durante i mesi estivi (periodo di sfarfallamento), dando così inizio ad un nuovo ciclo.

Dal momento in cui le giovani larve scendono sul terreno, rappresentano un grande pericolo per gli animali domestici, in particolare per i cani, i quali, annusando il terreno, possono ingerire o inalare i peli urticanti che ricoprono il corpo della larva.

 

Cosa succede se il cane entra in contatto con la processionaria?

I sintomi che il cane presenta a seguito del contatto con la processionaria sono spesso gravi e si manifestano con un’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento e doloroso processo infiammatorio a carico della bocca e della lingua: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi e conseguente perdita di porzioni di lingua.

Se il cane viene a contatto con la processionaria, la prima cosa da fare è cercare di eliminare i peli urticanti dalla bocca lavandola con acqua fredda (usare dei guanti per non toccarli con le mani!). Dopo questo primo intervento, occorre recarsi immediatamente dal veterinario in modo che possa intervenire il prima possibile con le terapie di sostegno più adeguate.


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ATTENZIONE ALLA PROCESSIONARIA

In questo periodo dell’anno c’è un insetto che se incrocia la strada del nostro animale deve farci preoccupare: la processionaria è la larva di una falena che viene chiamata così perché si sposta in fila indiana con i suoi consimili, solitamente in prossimità dei pini. Si presenta come un innocuo “bruchetto” ricoperto di peli che in fila indiana sembra un esemplare unico e infinito.

 

I peli di processionaria sono urticanti e causano una violenta infiammazione pruriginosa della cute o della mucosa con cui vengono a contatto, portandola rapidamente a necrosi: naso, labbra e lingua sono i più colpiti, mentre a volte a causa del tentativo di “liberarsi” con le zampe troviamo delle lesioni anche sugli arti. Nei soggetti predisposti, può anche portare a uno shock anafilattico.

 

L’ANIMALE VIENE A CONTATTO CON LA PROCESSIONARIA

Solitamente, quanto più le lesioni sono estese, tanto più è a rischio la vita dell’animale: l’infiammazione a livello del cavo orale può portare a difficoltà a deglutire e a respirare, e molto spesso è fondamentale l’intervento del chirurgo per rimuovere tutte le lesioni necrotiche.

 

L’ANIMALE INGERISCE LA PROCESSIONARIA

Se l’animale ingerisce i peli urticanti o la processionaria stessa può andare incontro a febbre, vomito, diarrea emorragica, perché a livello della sua mucosa intestinale ci saranno le stesse lesioni che i peli provocano sulla cute. In questo caso, purtroppo, il rischio di morte è ancora più alto.

 

PRONTO INTERVENTO

La prima cosa da fare è contattare un veterinario al più presto: innanzitutto perché l’animale rischia una necrosi più estesa se non si interviene rapidamente, inoltre il dolore è molto intenso e può essere gestito solo con la terapia farmacologica.

Il veterinario provvederà a somministrare un antidolorifico, eventualmente effettuerà una sedazione per ripulire le zone lese, somministrerà la terapia che consiste in una protezione antibiotica per le lesioni e un antinfiammatorio per tentare di contrastare la violenta cascata infiammatoria che si innesca. Spesso sarà necessario un ricovero ospedaliero per dare il tempo e l’opportunità all’animale di ristabilirsi. L’alimentazione assistita tramite sondino, in questi casi, è fondamentale per la sopravvivenza del paziente.

 

UN PERICOLO PER TUTTI

Nella mia esperienza, sono i cani, che con la loro frenesia non alzano mai il naso dal terreno, ad entrare più spesso in contatto con le larve di processionaria. Più raramente, i gatti, giocosi ma prudenti, possono essere feriti da questo insetto. Non bisogna dimenticare che può essere un pericolo anche per noi, in particolare per i bambini: se sospettate la presenza di un nido, verificate le indicazioni del vostro comune al riguardo (Parma).





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