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Rogna canina: conosciamola meglio

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13/Dic/2022


Parliamo di una malattia cutanea di origine parassitaria causata da particolari tipi di acari che, per nutrirsi, scavano “gallerie” all’interno della cute dei nostri animali, provocando un’imponente reazione infiammatoria chiamata, appunto, “rogna“.

Esistono diversi tipi di rogna:

Rogna sarcoptica (scabbia)

E’ causata dall’acaro Sarcoptes Scabiei e si caratterizza per essere estremamente contagiosa e pruriginosa.

La trasmissione è rapida e può avvenire sia per contatto diretto che indiretto (ambiente/oggetti contaminati). Si tratta inoltre di una zoonosi, ovvero è una malattia che, sebbene sia raro, può essere trasmessa anche all’uomo.

Il sintomo principale è un prurito intenso e incoercibile che colpisce soprattutto testa, arti e ventre.

Rogna demodettica (rogna rossa)

E’ sostenuta da un acaro dal corpo affusolato, che si localizza all’interno dei follicoli piliferi, nello strato profondo del derma, per questo motivo la demodicosi è una malattia poco contagiosa.

L’acaro Demodex canis può essere trasmesso ai cuccioli dalla madre durante l’allattamento, tanto è vero che le prime regioni cutanee interessate sono spesso il muso e le zampe.

Molti cani ospitano un certo numero di acari nella loro pelle senza manifestare i sintomi della malattia. La demodicosi può, tuttavia, manifestarsi sottoforma di dermatite pustolosa-crostosa in soggetti predisposti (la predisposizione a sviluppare la demodicosi è ereditaria, pertanto, i cani affetti da demodicosi non dovrebbero essere impiegati come riproduttori) o in corso di malattie debilitanti che determinano un abbassamento delle difese immunitarie.

Rogna otodettica (otoacariasi)

Il responsabile è un acaro, Otodectes Cynotis, che infesta il condotto uditivo, in grado di spostarsi rapidamente da un orecchio all’altro. La rogna otodettica si manifesta con un’otite ceruminosa, generalmente bilaterale, caratterizzata da forte prurito auricolare e dalla formazione di abbondante cerume scuro simile ai fondi del caffè.

Come si riconosce e come si tratta la rogna:

La diagnosi consiste nell’identificazione microscopica dell’acaro tramite raschiato cutaneo delle lesioni o campionamento del materiale auricolare.

La terapia è molto efficace e si basa sulla somministrazione di antiparassitari con attività acaricida per via sistemica (compresse/spot-on) o topica (gocce auricolari). Quando le lesioni da grattamento generano sovrainfezioni cutanee di origine batterica o fungina potrebbe essere necessario l’impiego di ulteriori tipi di farmaci utili a debellare l’infezione.


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07/Ott/2022

1. Come si trasmette?

La leishmaniosi è una grave malattia causata da un parassita (leishmania infantum) trasmesso con la puntura di insetti chiamati flebotomi o pappataci. Si tratta di piccoli insetti ematofagi di colore giallo-marrone, simili alle zanzare, che si attivano durante le ore serali e che si muovono silenziosamente, senza emettere ronzii, grazie alla peluria presente sul loro corpo.

Perché avvenga la trasmissione della malattia, il flebotomo deve pungere un cane infetto, assumere il parassita e iniettarlo in altri cani quando punge nuovamente.

Oltre al cane, la leishmaniosi può essere trasmessa anche all’uomo ed occasionalmente ad altri animali come gatti, bovini e cavalli.

2. Quali sono le zone a rischio?

In Italia, fino a qualche anno fa, la leishmaniosi era considerata endemica nelle aree costiere del Centro-Sud, in Liguria e nelle isole. A seguito dei recenti cambiamenti climatici e della sempre più frequente movimentazione di cani infetti tra paesi e regioni, sono comparsi focolai di malattia in tutta la penisola, comprese le zone collinari di Marche ed Emilia Romagna e le regioni del Nord Italia.

3. Quali sono i sintomi della leishmaniosi nel cane?

Il periodo di incubazione della leishmaniosi può variare da alcuni mesi fino ad anni. Fra le manifestazioni cliniche più frequenti si possono osservare: 

  • Letargia
  • Dimagrimento
  • Dermatite desquamativa e alopecia in diverse zone del corpo
  • Epistassi (perdita di sangue dal naso)
  • Onicogrifosi (crescita accelerata delle unghie)
  • Lesioni oculari
  • Dolori articolari
  • Linfoadenopatia con ingrossamento dei linfonodi

Il decorso della malattia è estremamente variabile e dipende dalla risposta immunitaria dei soggetti colpiti. Nel medio-lungo periodo, a causa di un processo infiammatorio che colpisce il glomerulo renale, i cani affetti da leishmaniosi sviluppano una insufficienza renale cronica, che rappresenta la causa più frequente di decesso. 

5. Come si può prevenire?

In assenza di una cura risolutiva della malattia, che spesso si protrae per tutta la vita dell’animale, la prevenzione della leishmaniosi rappresenta un intervento estremamente importante. 

Lo schema di profilassi della leishmaniosi prevede l’azione combinata di repellenza e vaccinazione. 

Repellenza:

la prima forma di prevenzione è la protezione del cane dalla puntura del pappatacio mediante l’utilizzo di antiparassitari (spray/collari/spot-on) che abbiano un’azione repellente nei confronti di questo insetto. I principi attivi più utilizzati sono i piretroidi (come deltametrina e permetrina). Il periodo di applicazione può essere limitato al periodo di attività dei pappataci, che in Italia inizia a maggio e termina da settembre a novembre in base del clima della regione geografica.

Vaccino:

il vaccino contro la leishmaniosi non impedisce il contagio ma protegge il cane dall’interno stimolando la risposta immunitaria e, nel caso in cui l’infezione avvenga, riduce la gravità della malattia. Il ciclo vaccinale prevede una prima singola dose di vaccino, a partire dai 6 mesi di vita, che conferirà protezione verso la malattia 4 settimane dopo la somministrazione per la durata di un anno.

 

Nella cura, ma soprattutto nella prevenzione di questa grave malattia, il confronto tra proprietario e veterinario è determinante: rivolgiti al tuo veterinario sia per consigli sulla scelta dei prodotti più adeguati che per ricevere informazioni sui progressi delle strategie di lotta alla leishmaniosi, come il vaccino.


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IL GATTO NON È UN CANE!

Troppo spesso, purtroppo, arrivano dei gatti in pronto soccorso con una sintomatologia neurologica anche grave: ipereccitabilità, tremori, convulsioni. La causa? Una somministrazione errata di prodotti antiparassitari per cani nel gatto.

A che cosa è dovuta?

Ci sono delle sostanze neurotossiche, appartenenti a una classe di pesticidi, che il gatto non è in grado di tollerare bene come il cane: si tratta di piretrine e piretroidi. In particolare, alcune pipette di antiparassitari esterni a base di permetrina sono responsabili di questa intossicazione.

Le situazioni sono due: il proprietario non correttamente informato somministra il farmaco sbagliato al gatto, oppure il gatto vive con dei cani e viene in contatto con questo tossico in maniera indiretta (leccando il mantello del suo amico, ad esempio).

I sintomi

Ipersalivazione, vomito, diarrea, midriasi (dilatazione delle pupille), incapacità a mantenere la stazione quadrupedale, ipereccitabilità, tremori e convulsioni tonico-cloniche. Questa sintomatologia è tanto più grave tanto maggiore è la quantità di prodotto a cui è stato esposto il gatto. Può essere mortale!

Pronto intervento

Fondamentale agire in tempi brevi per limitare l’assorbimento di questo tossico: il veterinario provvederà a lavare la cute e a somministrare un farmaco in grado di limitare l’assorbimento. Solo in alcuni casi si rende necessario l’uso di farmaci antiepilettici.

In questo modo la maggior parte dei pazienti si riprende in tempi abbastanza rapidi con un ricovero in clinica di due o tre giorni, senza riportare ripercussioni sul lungo termine. La parola d’ordine è tempestività!

Il messaggio da portare a casa

Non somministriamo mai, per nessun motivo, dei farmaci a un animale senza aver consultato un veterinario, che è competente in materia e conosce le diverse sensibilità di specie. Infine, se abbiamo dei compagni canini e felini in casa, cerchiamo di tenerli lontani subito dopo la somministrazione delle pipette, per circa 24 ore: i rischi di intossicazione saranno molto più bassi anche se il gatto farà un’accurata pulizia del suo amico cane.





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Direttore Sanitario Dr. Giacomo Riva iscritto all’Ordine dei Veterinari di Parma al n° 487




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