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Vitelli e Coccidi: cosa fare?

giugno 13, 2022 by Cesare Paolucci
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Una delle patologie enteriche che più spesso vengono riscontrate nella rimonta degli allevamenti di bovine da latte è la coccidiosi.

Ma cos’è esattamente?

La coccidiosi nei bovini è una delle cinque malattie più economicamente importanti dell’industria del bestiame, e si stima che costi ingenti somme di denaro al settore dell’allevamento della bovina da latte.

La coccidiosi nei bovini di solito si presenta come una diarrea acuta con o senza sangue, grave perdita di peso, e non di rado come forma neurologica che di solito provoca la morte dell’animale.

La forma più cronica della malattia provoca un ritardo della crescita e/o agisce come fattore di stress che causa una maggiore suscettibilità ad altre infezioni, come la salmonellosio sindromi respiratorie.

La coccidiosi è principalmente una malattia dei giovani animali, ma può colpire animali più maturi se affetti da una condizione non ottimale.
Si verifica comunemente in condizioni di sovraffollamento, ma può verificarsi anche in ambienti gestiti in maniera migliore, dove sono presenti aree di aggregazione, come zone destinate al riposo o all’alimentazione dove si “ammucchiano” gli animali dei nostri allevamenti.

I Coccidi

Cosa sono i coccidi?

I coccidi sono protozoi, quindi parassiti, specie specifici; ad esempio, i bovini subiscono le infestazioni dai loro coccidi specifici (Eimeria sp.,  il pollame ha i suoi coccidi e così via.

L’oocisti, cioè la forma infettiva del parassita, viene solitamente espulsa nell’ambiente nelle feci di animali colpiti dall’infestazione e da ospiti non sintomatici.

Purtoppo, l’oocisti è altamente resistente in ambiente, e può sopravvivere in luoghi umidi e ombreggiati anche per diversi anni.

Trasmissione

La coccidiosi si trasmette da animale ad animale per via oro-fecale.

Il mteriale fecale infetto, che va a “sporcare” mangime, acqua o suolo, funge da vettore dell’oocisti; pertanto, l’animale suscettibile contrae la malattia magiando, bevendo o leccando sè stesso o gli altri vitelli.

La gravità della sintomatologia clinica, dipende dal numero di oocisti ingerite. Più oocisti vengono ingerite, più grave è la malattia.

Questo, perchè il parassita, una volta giunto nell’intestinotenue, si “infila” nelle cellule che ne costituiscono la superficie e si moltipliaca, rompendo poi la superficie per essere eliminato con le feci. Di conseguenza, è facilmente intuibile come possa essere compromesso l’assorbimento e, nei casi in cui l’epitelio venga gravemente colpito, possa essere presente dissenteria (diarrea con sangue).

Diagnosi

Il Medico Veterinario può avvalersi di esami delle feci, rilevazione dei segni clinici e conoscenza della storia aziendale per confermare la presenza del patogeno.

Cosa fare se ci sono i Coccidi?

Isolare gli animali malati per evitare un aumento della contaminazione dei locali. Di solito si verificano segni clinici circa diciassette giorni dopo l’ingestione di oocisti. Quando si vrendono evidenti, il danno è molto avanzato e il ciclio di “replicazione” nell’animale è completato. Trattamenti e farmaci di supporto per prevenire infezioni secondarie sono comunemente raccomandati a causa dello stato di debilitazione dell’animale. Ricorda, se ce n’è un caso clinico in un gruppo di bovini, è altamente probabile che altri siano stati esposti e ospitino coccidi in fasi di sviluppo intermedie. A causa della suscettibilità ai farmaci del parassita nelle fasi della vita nell’intestino dei vitelli, si può ricorrere a trattamenti preventivi che devono essere concordati con il veterinario.

Controllo

Sebbene alcuni trattamenti risultino essere particolarmente efficaci, la prevenzione diventa la chiave del successo nella lotta contro la Coccidiosi.

La possibilità di pulire, disinfettare e controllare la salubrità degli ambienti diventa di assoluta rilevanza ai fini di una corretta gestione sanitaria.

Se ti è interessata questa lettura, ti invito a visualizzare i video qui in basso!

https://www.youtube.com/watch?v=eBZiOy8FE4Y

https://www.youtube.com/watch?v=Lqh8V6bf8u8&t=55s

Fonte:

Kirkpatrick, J. G., & Selk, G. (2015). Coccidiosis in cattle.



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